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Open Arms, denuciate Italia e Libia per omicidio colposo

Open Arms

Proactiva Open Arms ha annunciato la denuncia ai governi di Italia e Libia in riferimento all'omissione di soccorso nei naufragi di 16 e 17 luglio.

L’immagine che immortala il viso (stanco e martoriato dalla sofferenza) di Josefa, la camerunense sopravvissuta al naufragio avvenuto a ottanta miglia dalla costa libica, permane indelebile nella nostra memoria. Nella notte tra il 16 e 17 luglio un gommone colmo di migranti si è inabissato in acque nordafricane. La donna, unica superstite, è stata tratta in salvo grazie all’intervento tempestivo e onorevole della Ong spagnola Proactiva Open Arms: l’africana è stata sbarcata a Palma di Maiorca nella mattinata del 21 luglio. Secondo l’associazione no profit la responsabilità per omicidio colposo ricade interamente sul governo libico, diversamente l’attribuzione dell’omesso soccorso è assegnata al governo italiano.

Open Arms sbarca in Spagna

Le due navi di salvataggio della Ong spagnola sono sbarcate a Maiorca alle ore 9 locali. L’imbarcazione sotto il nome dell’omonima compagnia è stata condotta all’interno del porto della città, scortata dalla Guardia costiera iberica, attraccando alla banchina ovest. L’Astral invece (la seconda nave) è stata indirizzata verso i moli dell’area portuale dedicati alle imbarcazioni commerciali.

Open Arms trasportava, oltre a Josefa, i cadaveri di un bambino e di un’altra donna rinvenuti dal relitto naufragato nel Mediterraneo: pronta a salire a bordo al momento dell’attracco un’equipe specializzata formata da un medico e un’infermiera del servizio sanitario spagnolo.

Per la sopravvissuta sarà previsto un iter sanitario condotta da una psicologa della Croce Rossa che, dopo l’autorizzazione medica, insieme a una interprete dovrà stabilire l’entità dello shock subito. Al termine delle cure, la polizia provvederà a identificarla per poterle assegnare dei documenti temporanei, e per garantirle legalmente la possibilità di soggiorno in territorio spagnolo.