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Pamela, nigeriano accusato anche di vilipendio di cadavere

pamela mastropietro

Innocent Oseghale, il nigeriano in carcere per la morte di Pamela Mastropietro, è accusato anche di vilipendio di cadavere

Tra le ipotesi si reato si aggiunge adesso anche quella di vilipendio di cadavere per Innocent Oseghale. L’uomo si trova in stato di fermo per omicidio e occultamento di cadavere in relazione alla morte di Pamela Mastropietro. Il corpo della 18enne romana, che si era allontanata da una comunità di Corridonia, è stato trovato smembrato e chiuso in due trolley, nelle campagne del Maceratese.

Oseghale si trova adesso nel carcere di Montacuto ad Ancona. Le carceri più vicine a Macerata sono quello di Camerino, ma al momento sono inagibili a causa del terremoto. Il pm Stefania Ciccioli proprio oggi depositerà l’istanza di convalida del fermo. L’udienza di convalida slitterà pertanto ai prossimi giorni. Vari coltelli di grosse dimensioni sono stati sequestrati nell’appartamento a Macerata di Innocent Oseghale dai carabinieri del Ris. I militari hanno lavorato fino a tarda notte nella casa via Spalato, dove hanno anche individuato alcune macchie di sangue in diversi punti dell’appartamento.

omicidio Pamela

Oseghale, vicino perfetto

Innocent Oseghale viene definito un vicino perfetto dai residenti di via Spalato 124 a Macerata. Il giovane viveva in una palazzina a mattoni con un’area verde e un parco giochi per i bambini. Oseghale è in stato di fermo per omicidio e occultamento di cadavere di Pamela Mastropietro. Di 29 anni, il nigeriano era già noto per reati legati agli stupefacenti. Ma non ha mai disturbato nessuno e non si è mai fatto notare: “niente rumori, né chiasso” secondo i condomini.

Pamela

Nei mesi scorsi si erano viste in giro la compagna e la figlia dell’uomo. Poi erano venuti a trovarlo anche amici e ospiti. “Tutta gente tranquilla”, ripetono all’unanimità i vicini, ancora sotto choc. Perché è proprio in quell’appartamento all’ultimo piano che sono stati trovati i vestiti pieni di sangue di Pamela. Lì pare che la ragazza sia morta, non si sa ancora se per overdose o ammazzata. Ed è sempre in quella casa che il corpo della giovane sarebbe stato fatto a pezzi. Il 30 gennaio alcune persone del quartiere hanno raccontato di aver visto Pamela, una ragazza piccola e minuta con un grosso trolley rosso e blu. Si tratta, quest’ultimo, della stessa valigia dentro la quale meno di 24 ore dopo sono state trovate parti del suo corpo straziato. Pamera, lo ricordiamo, se ne era andata volontariamente dalla comunità Pars di Corridonia, in provincia di Macerata. Qui era ospite come ex tossicodipendente.

Le ultime ore di Pamela

Pamela avrebbe voluto studiare criminologia, lo ha riferito Josè, un educatore della comunità terapeutica in cui alloggiava la ragazza. La domenica precedente alla sua scomparsa Pamela era apparsa tranquilla, nulla faceva sospettare una sua possibile fuga.
La giovane se ne va lunedì 29 gennaio, con il suo trolley. Non ha soldi, cellulare o documenti con sè. Si pensa che la ragazza abbia percorso di corsa o in autostop i 3km in aperta campagna che separano la comunità da Macerata.
E’ probabilmente l’ultima persona ad aver visto ancora viva Pamela sia un tassista peruviano che l’ha caricata sul suo taxi alla stazione di Macerata. Il tassista ricorda di aver visto la ragazza anche il giorno dopo davanti ad una farmacia in compagnia di un nigeriano. Secondo il farmacista di turno ” Pamela ha comprato una siringa da 20 centesimi. Quella che viene usata di solito per droghe, crack e altre sostanze”.

Mamma choc a La Zanzara

La mamma di Pamela è stata intervistata da Giuseppe Cruciani e David Parenzo a La Zanzara. “Da madre lo penso, se me lo permette. Non voglio la pena di morte, ma se lo lasciassero a me, farei la stessa identica cosa che hanno fatto a lei. Mi riferisco ai carnefici», ha affermato la donna. «In televisione stiamo sentendo cose travisate sulla vita di mia figlia. Racconteremo più avanti quello che ha passato. Comunque conto che ci sia giustizia, spero che venga fatta giustizia».