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Pignata (Acto): "Trovare mutazione cancro ovarico è l’inizio non la fine"

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Roma, 22 mag. (Adnkronos Salute) - “Trovare la mutazione è l'inizio del percorso, non la fine, perché parliamo di prevenzione. A favore della prevenzione del tumore dell'ovaio - tra le 7 patologie monitorate da Agenas - il Decreto 100 è stato un successo in Campa...

Roma, 22 mag. (Adnkronos Salute) – “Trovare la mutazione è l'inizio del percorso, non la fine, perché parliamo di prevenzione. A favore della prevenzione del tumore dell'ovaio – tra le 7 patologie monitorate da Agenas – il Decreto 100 è stato un successo in Campania e ha consentito di screenare per le mutazioni vaste popolazioni della Regione”. Lo ha detto Sandro Pignata, Presidente Comitato Tecnico Scientifico ACTO Campania, Alleanza contro il tumore ovarico, partecipando a Napoli all’evento ‘Tumore ovarico in Campania: Cambiamo Rotta’ – realizzato con il patrocinio di ACTO Campania e la sponsorizzazione di GSK – che ha visto, a partire dall’esempio virtuoso della Regione, un confronto tra clinici, rappresentanti istituzionali, associazioni di pazienti per proseguire nel ‘cambio di rotta’ e rispondere ai bisogni insoddisfatti delle donne che convivono con il tumore ovarico.

Dati recentissimi evidenziano che “in Campania sono state fatte, nell'arco di due anni, 4500 consulenze oncogenetiche – spiega Pignata – e oggi circa 500 cittadini campani che avevano un enorme rischio di ammalarsi di cancro non hanno contratto la malattia. Questo non ci deve soddisfare, perché 500 sono poche persone, se pensiamo alla quota di potenziali mutati, in particolare di BRCA1 e BRCA2 che sono presenti nella nostra regione. Dobbiamo screenare di più, dobbiamo coinvolgere, la medicina generale”. Gli stessi dati della regione di Campania, ci “dicono”, inoltre, “che questi 500 soggetti che hanno l'esenzione D-97 fanno pochi esami preventivi – sottolinea il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico ACTO Campania – C’è quindi da vincere una tradizionale e scarsa predisposizione alla prevenzione dei cittadini della nostra regione. Per fare questo ci vuole tanta comunicazione, ci vuole lo sforzo di tutti per parlare con tutti i soggetti: i medici, ma anche la popolazione per far capire che tanti tumori, non solo per l'ovaio, sono su base ereditaria e noi li dobbiamo scovare”.

Il modello delle reti oncologiche “si sta sviluppando, anche sulla spinta della digitalizzazione della rete, ed è piaciuto anche in altre regioni – precisa Pignata – In questi giorni siamo alla firma dei documenti di accordo con la regione Sicilia e con la regione Basilicata. Aspettiamo un segnale dalla regione Calabria, e dalla regione Lazio. Quindi questo crea un'omogeneità di azione in varie regioni del Sud e potrebbe contribuire al miglioramento della qualità in tante di queste situazioni e contesti”. A tale proposito, “spesso abbiamo visto la notizia di 3mila pazienti campani che si curano al Nord. Però si dimentica che questi rappresentano meno del 10% dei pazienti campani che si ammalano di cancro ogni anno quindi, sicuramente, c'è un'inversione di tendenza. Nel 2022 c'è stata una riduzione del 25% dei ricoveri fuori regione. Il messaggio, quindi – conclude – è passato”.