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Salvini e l'estradizione di Battisti: con Bolsonaro si può

Bolsonaro, Salvini chiede estradizione Battisti

Salvini esulta per la vittoria di Bolsonaro in Brasile e annuncia che chiederà al più presto l'estradizione del terrorista Cesare Battisti.

La vittoria di Jair Bolsonaro è stata accolta con entusiasmo dal vicepremier Matteo Salvini. Il ministro degli Interni si è voluto complimentare con il neopresidente brasiliano sia attraverso i social che per via ufficiale. L’elezione dell’ex militare rappresenta la sconfitta per la sinistra di Lula e Haddad e segna un ulteriore passo verso la supremazia della destra e del populismo, dilagante in sempre più Paesi del mondo. Ma Bolsonaro alla presidenza del Brasile significa anche, per Salvini, l’opportunità di chiedere nuovamente e con insistenza l’estrazione di Cesare Battisti. Il terrorista è ricercato per una serie di omicidi commessi durante gli anni di piombo. È stato accolto dal governo brasiliano come rifugiato politico.

Salvini “Battisti sarà restituito all’Italia”

Alla vigilia del ballottaggio, il leader leghista ha rinnovato il suo sostegno al candidato di destra. “Per il voto di domani in Brasile confermo tutto il mio appoggio a Jair Bolsonaro“, ha dichiarato il vicepremier. “Gli ho inviato una lettera e ieri sera ha pubblicato un video per ringraziarmi e garantirmi che, se diventerà presidente, il noto terrorista rosso Cesare Battisti, condannato all’ergastolo, da sempre protetto dai politici e dagli intellettuali di sinistra di mezzo mondo, verrà finalmente restituito all’Italia”.

“Un regalo per l’Italia? Battisti!”

Lo stesso Bolsonaro ha strizzato l’occhio a Salvini e alla sua richiesta durante una delle sue prime interviste da neopresidente, diffusa in Italia da Repubblica. “È un momento importante per le persone italiane e brasiliane”, ha annunciato il giornalista. “Abbiamo una lettera del vicepremier italiano Salvini in appoggio al nuovo presidente del Brasile”. Nella lettera, il ministro si augura “che abbia molto successo, ha tutto il nostro appoggio dall’Italia e dal partito della Lega, e una maggiore collaborazione delle relazioni bilaterali tra i nostri Paesi per le nostre radici”.

Bolsonaro ha ringraziato Salvini e si è detto “felice di questa possibilità per far sì che le nostre relazioni con l’Italia possano dare beneficio a entrambi i popoli”. Quando l’intervistatore ha fatto riferimento a una “richiesta speciale” e a un “regalo che possiamo fare all’Italia”, Bolsonaro ha risposto: “Battisti!”, senza riuscire a trattenere una risata.

Il terrorista Cesare Battisti

Lula e l’estradizione negata

Contro l’estradizione del terrorista Cesare Battisti si era battuto l’ex presidente brasiliano Lula Da Silva. Nel 2010, al termine del suo mandato presidenziale, Lula ha emanato un decreto con cui si è opposto al Supremo Tribunale Federale (STF) a proposito dell’allontanamento di Battisti dal Paese. Con il decreto, Lula ha impedito ai presidenti eletti dopo di lui di modificare la sua decisione in merito. L’allora presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha accolto la notizia con “stupore e profondo rammarico, delusione e contrarietà”. Dilma Roussef, divenuta presidente dopo Lula, ha proseguito sulla stessa linea del suo predecessore. Nel 2011 il suo ministro della Giustizia, José Eduardo Cardozo, ha a sua volta impedito l’estradizione.

Secondo la legge brasiliana, i reati commessi da Battisti sono caduti in prescrizione nel 2013. Nel 2017, è stato arrestato per aver cercato di oltrepassare il confine con la Bolivia. Con sé aveva 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati. Il tribunale ha deciso la sua scarcerazione ma ha imposto al terrorista l’obbligo di dimora.

La svolta di marzo 2018

La svolta nella vicenda Battisti è arrivata il 13 marzo 2018. La Procura Generale del Brasile, guidata dalla procuratrice Raquel Dodge, ha inviato al STF un comunicato ufficiale con cui si afferma che la decisione in merito all’estradizione spetta “esclusivamente del presidente della Repubblica” attualmente in carica. A marzo si trattava di Michel Temer; oggi, invece, è Bolsonaro.

Il candidato di destra durante la campagna elettorale aveva riaffermato “il mio impegno di estradare il terrorista Cesare Battisti, amato dalla sinistra brasiliana, immediatamente in caso di vittoria alle elezioni. Bolsonaro ha assicurato di voler dimostrare “al mondo il nostro totale ripudio e impegno nella lotta al terrorismo. Il Brasile merita rispetto”. In aprile, durante un incontro con diversi ambasciatori europei, Italia compresa, l’ex militare ha ribadito le sue intenzioni. “Il vento sta cambiando ovunque”, è stato il commento di Matteo Salvini.