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Corruzione in Liguria, oggi l'interrogatorio di Toti: la strategia difensiva

carabinieri

Il governatore della Liguria Giovanni Toti è atteso da un interrogatorio: Paolo Emilio Signorini si è avvalso della facoltà di non rispondere

È da ormai qualche giorno che il governatore della Liguria Giovanni Toti è finito agli arresti domiciliari dopo essere stato arrestato per corruzione. Oggi è il giorno del suo interrogatorio, ma da quanto traspare, sembra che il politico si avvarrà della facoltà di non rispondere.

Corruzione, oggi l’interrogatorio di Toti: cosa accadrà

Giovanni Toti non dovrebbe rispondere alle domande che gli saranno poste nel corso dell’interrogatorio di oggi. L’uomo, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio, sarà sentito in giornata 10 maggio e il suo avvocato, Stefano Savi, ha spiegato che cosa succederà. Tutti i denari in entrata e in uscita sono tracciabili, ma ancora non è il momento di parlare con il giudice perché la mole di carte da leggere è molto elevata” . ha raccontato il legale, che poi ha fatto riferimento alle carte relative ai fondi raccolti dal governatore – “La tracciabilità dei denari sia in entrata che in uscita è totale”. Sul tema, Savi è sceso nello specifico: I fondi sono stati tutti spesi per necessità di tipo politico connesse all’attività del presidente e delle persone che lavoravano con lui e che avevano connessioni politiche con lui: non c’è stata nessuna anomalia nella spesa né a titolo personale né a nessun altro titolo”.

Corruzione, oggi l’interrogatorio di Toti: Signorini

Nelle scorse ore, invece, è toccato all’ex presidente dell’authority portuale e ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, essere sottoposto ad interrogatorio. Proprio come Toti, anche Signorini si è avvalso della facoltà di non rispondere: “Le carte sono tali che impongono una lettura attenta. Una lettura che non può essere fatta in carcere. Signorini sta abbastanza bene al di là della situazione ha una sua tranquillità” – ha spiegato l’avvocato Enrico Scopesi motivando la scelta del suo assistito. “Signorini ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni ma difficilmente lo si può fare in una situazione di carcerazione” – ha concluso Scopesi.