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Ditta del padre di Di Maio, Matteo Renzi: M5S chieda scusa

Matteo Renzi

Matteo Renzi dice la sua sul caso della ditta del padre di Luigi Di Maio: "E' stato il M5S il principale responsabile dello sdoganamento dell'odio".

Matteo Renzi commenta la vicenda della ditta del padre di Luigi Di Maio. Un lavoratore ha raccontato in un servizio de Le Iene di aver lavorato in nero. L’ex premier chiede quindi al ministro del Lavoro e al M5S, prima di scrivere “post contriti su Facebook”, di scusarsi con il suo di padre “per tutta la violenza verbale di questi anni”.

Di Maio riferisce in Parlamento

“Avrete visto il servizio delle Iene. E avrete visto anche la mia intervista” scrive su Facebook Luigi Di Maio, riferendosi alla denuncia di un lavoratore che 8 anni fa ha lavorato in nero per la ditta del padre. “Salvatore Pizzo all’epoca dei fatti si è rivolto al Sindacato CGIL che gli consigliò di trovare un accordo con mio padre per farsi assumere, e infatti poi ha ottenuto un contratto regolare. Successivamente gli fu corrisposto anche un indennizzo” puntualizza il leader del MoVimento 5 Stelle.

L’attuale ministro del Lavoro precisa poi: “Otto anni fa, come avrete visto dal servizio, io non ero né socio dell’azienda, né mai mi sono occupato delle questioni di mio padre. Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre. – aggiunge – E capirete anche che sia improbabile che un padre racconti al figlio 24enne un accaduto del genere. A maggior ragione se, come ho detto nel servizio, abbiamo anche avuto un rapporto difficile, che sono contento sia migliorato negli ultimi anni”.

Dopo il servizio molti parlamentari del PD hanno chiesto però a Luigi Di Maio di presentarsi in Parlamento per riferire “se il ricorso al lavoro nero è stata una pratica costante ed è proseguita anche negli anni in cui il vicepremier risultava proprietario al 50% della Ardima srl ovvero l’impresa familiare”, come tuona il presidente del gruppo PD al Senato, Andrea Marcucci.

M5S ha sdoganato l’odio

Sul caso però è intervenuto anche Matteo Renzi. “Quando ho visto il servizio delle Iene sulla famiglia Di Maio mi sono imposto di non dire nulla. Del resto non m’interessa sapere se il padre di Di Maio abbia dato lavoro in nero, evaso le tasse, condonato gli abusi edilizi” spiega su Facebook. E questo perché, puntualizza l’ex premier, “sono convinto che la presunta ‘onestà’ dei Cinque Stelle sia una grande fake news, una bufala come dimostrano tante vicende personali, dall’evasore Beppe Grillo in giù. – dice – Ma sono anche convinto che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli e questo lo dico da sempre, a differenza di Di Maio che se ne è accorto adesso”.

“Ma qui, all’una di notte, non riesco a far finta di nulla. Non ce la faccio. Rivedo il fango gettato addosso a mio padre. Rivedo la sua vita distrutta dalla campagna d’odio dei 5 Stelle e della Lega.- ricorda – Rivedo mio padre sul letto d’ospedale dopo l’operazione al cuore. Rivedo un uomo onesto schiacciato dall’aggressione social coordinata da professionisti del linciaggio mediatico“.

“Non basteranno i 145.000 euro che Marco Travaglio e alcuni suoi colleghi dovranno pagare per aver diffamato mio padre: sta vendendo l’azienda, lo attendono anni di processi, decine di cause di risarcimento. La vita di mio padre è cambiata, per sempre” osserva.

“Non è un mio problema dunque sapere se il padre di Di Maio sia responsabile o no di lavori in nero, evasione fiscale, abusi edilizi. Non m’interessa davvero. – ribadisce l’ex segretario del Partito Democratico – Sono però certo che Di Maio figlio sia il capo del partito che è il principale responsabile dello sdoganamento dell’odio. Hanno educato, stimolato e spronato a detestare chi provava sinceramente a fare qualcosa di utile. Hanno ucciso la civiltà del confronto. Hanno insegnato a odiare”.

“Non dobbiamo ripagarli con la stessa moneta. – chiosa quindi Matteo Renzi – Ma prima di fare post contriti su Facebook chiedano almeno perdono alla mia famiglia per tutta la violenza verbale di questi anni”. “Se Di Maio vuole essere credibile nelle sue spiegazioni prima di tutto si scusi con mio padre e con le persone che ha contribuito a rovinare. Troverà il coraggio di farlo?” domanda infine il senatore dem.

Boschi e il fango dell’ingiustizia

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maria Elena Boschi. In un video l’ex ministro augura al padre di Luigi Di Maio ” di dormire sonni tranquilli, e di non sapere mai cos’è il sentimento di odio che è stato scaricato addosso a me e ai miei. Di non sapere mai che cos’è il fango dell’ingiustizia che ti può essere gettato contro perché, – puntualizza – il fango fa schifo come fa schifo la campagna di fake news su cui il M5S ha fondato il proprio consenso”.

“Io – aggiunge la Boschi – continuo a far politica solo per la mia nipotina, perché possa sapere che la sua è una famiglia di persone per bene. Le auguro signor Di Maio di poter dire lo stesso della sua, anche se mi rendo conto che ogni giorno che passa per voi diventa più difficile”.