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Salvini contestato a Catania, manifestanti riuniti davanti al comune

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In visita a Catania, dove ha incontrato il sindaco Salvo Pogliese, Matteo Salvini è stato duramente contestato dai manifestanti in piazza del Duomo.

Continua ad essere accompagnato dalle proteste il tour estivo di Matteo Salvini, contestato questa volta a Catania, dove si è recato nel pomeriggio dell’11 agosto per incontrare il sindaco della città siciliana Salvo Pogliese. I contestatori del ministro dell’Interno di sono radunati in piazza del Duomo, proprio davanti al palazzo del Comune, scontrandosi con la Polizia ed i sostenitori di Salvini.

Salvini contestato a Catania

Al grido di “Catania non di Lega” e “Fuori i fascisti da Catania” la situazione si è resa in breve tempo molto tesa, costringendo le Forze dell’Ordine a formare un cordone di sicurezza che separasse le due opposte fazioni. Nei video reperibili in rete è possibile vedere come molte delle contestazioni siano incentrate sugli insulti ai meridionali pronunciati in passato dal leader della Lega (con la folla che grida “Fieri di essere terroni”) e sulle sue politiche di contrasto all’immigrazione.

Come accaduto anche nelle precedenti tappe del suo tour di comizi, anche in questo caso l’arrivo di Salvini è stato accompagnato dalle note di Bella Ciao, oltre che dalla caratteristica Ciuri Ciuri cantata dai manifestanti. Da ricordare inoltre che nella precedente tappa di Soverato, un attivista era riuscito a spegnere per alcuni minuti l’impianto audio del palco da cui il ministro dell’Interno stava parlando, lasciandolo in silenzio.

Le parole del leader della Lega

Parlando della sua visita a Catania, Salvini ha dichiarato ai giornalisti presenti: “Abbiamo salvato il Comune di Catania, senza essere degli eroi. Ora gli autobus a Catania funzionano e i dipendenti sono al lavoro. io rispondo coi fatti. In democrazia è giusto contestare”. Riferendosi specificatamente ai manifestanti presenti all’esterno del palazzo comunale ha invece affermato: “Fuori c’è il popolo del no, un mix di centri sociali, estrema sinistra e pezzi di Cinque stelle. Io chiamo a raccolta il popolo del sì”.

Una volta uscito, il leader della Lega è stato oggetto di grida da parte di qualche centinaio di manifestanti che gli hanno urlato “Buffone”. Mentre si stava allontanando, la sua automobile è stata inoltre vittima di un lancio di bottiglie di plastica vuote.