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Tassa sulla pipì nei bar e ristoranti: la proposta della regione Lazio

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Da Codacons: "L’uso dei bagni è compreso nel servizio reso da bar e ristoranti, e non si capisce perché debba essere messo a pagamento".

Lo scorso 9 settembre 2019 la cosiddetta “tassa sulla pipì” ha superato il vaglio della commissione di Bilancio della Regione Lazio. Se verrà approvata tale proposta di legge, infatti, i ristoranti e i bar potranno chiedere un compenso a quei clienti che utilizzano i servizi igienici senza consumare nulla. Per attuare la richiesta, però, dovrà essere esposto un cartello (negli esercizi commerciali) con indicati i costi per usufruire dei bagni del locale. Come specifica Affari Italiani, questa particolare norma è contenuta nella proposta di legge regionale n. 37 del 20 giugno 2018.

Tassa sulla pipì

L’articolo 6 delle proposta di legge che prevede l’introduzione della tassa sulla pipì recita: “Qualora il servizio igienico, per i soggetti diversi dalla clientela dell’esercizio, sia messo a pagamento, il prezzo dello stesso deve essere reso ben noto attraverso l’apposizione di idoneo cartello”. Nel caso in cui non venisse esposto il cartello che chiarisce i prezzi (non ancora ben definiti) della tassa sulla pipì, gli esercenti potrebbero incorrere in sanzioni. L’idea arriva dalla Regione Lazio e sembra aver già superato il primo scoglio della commissione di Bilancio. Il comune di Roma, però, rimane scettico. Infatti, “è fatto obbligo agli esercenti degli esercizi pubblici di consentire l’utilizzo dei servizi igienici a chiunque ne faccia richiesta”. Questa era la disposizione nel nuovo regolamento di polizia urbana varato a luglio.

Lo scontro

Questa particolare tassa sulla pipì ha alimentato lo scontro anche tra l’amministrazione regionale e quella comunale. Da un lato, infatti, si trova la giunta regionale con a capo Nicola Zingaretti; dall’altro lato, invece, c’è la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Contraria alla tassa anche la Codacons: “Siamo alla follia” rivelano.

Carlo Rienzi, il presidente di Codacons ha dichiarato: “L’uso dei bagni è compreso nel servizio reso da bar e ristoranti, e non si capisce perché debba essere messo a pagamento. Una nuova tassa a carico di cittadini e turisti che rischia di creare il caos e che potrebbe essere impugnata nelle opportune sedi. La pipì rientra tra le esigenze fisiche primarie degli essere umani, e vietare l’uso dei bagni in assenza di pagamenti potrebbe rappresentare una violenza e una lesione dei diritti fondamentali della persona, oltre ad avere effetti gravi sul fronte sanitario”.