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Di Maio avvisa Zingaretti: "Ius soli non entrerà nel programma"

di maio zingaretti

Continua lo scontro alla maggioranza e Di Maio avvisa Zingaretti: "Lo Ius Soli non entra nel programma"

Continua il dibattito tra Di Maio e Zingaretti sullo Ius Soli: “E’ un tema che non è mai entrato nel programma di governo, né entrerà ora“. “Per le strade la gente – ha aggiunto – non mi ferma per chiedermi lo Ius soli. Mi chiede lavoro, mi chiede tasse, liste di attesa negli ospedali più veloci. L’Italia non è un prodotto da campagna elettorale. Milioni di famiglie aspettano risposte“.

Di Maio avvisa Zingaretti

Nel corso di un’intervista, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha avvisato l’alleato di governo sia in merito allo Ius Soli, “che non entrerà nel programma“, ma anche sulle prossime elezioni regionali: “Stiamo valutando insieme ai territori. E’ una riflessione complessiva del Movimento che ovviamente interessa anche me e Grillo. Ma va inquadrata in un ambito più ampio, in un momento complesso per il Movimento“. Di fronte alle insistente del leader del Pd sulla necessità di trovare un’anima al Governo, Di Maio risponde per le rime: “Per il Movimento, dare un’anima a questo governo significa dare tutto per gli italiani. Se ci sono delle difficoltà è normale perché siamo nati in poche settimane, ma vedo un clima positivo“.

Manovra: “Gli emendamenti non spaventino”

Affrontando un altro tema caldo dell’attualità politica, Luigi Di Maio ha voluto respingere la definizione di “manovra delle tasse”: “Sono solo false accuse di Salvini e Meloni. Fratelli d’Italia fino a qualche anno fa tirava la carretta a Monti votando la riforma Fornero. Se non fosse stato per noi, oggi le famiglie si sarebbero ritrovate l’aumento dell’Iva e 600 euro in più da pagare. Non scherziamo. Non deve spaventare il numero di emendamenti – ha detto Di Maio -. I regolamenti parlamentari permettono una scelta oculata da parte delle forze politiche“.

Il caso Trenta

Il Movimento esige puntualità soprattutto al proprio interno. Mi piacerebbe facessero lo stesso i partiti. Nessuno ha chiesto scusa per il giro di tangenti e di corruzione che coinvolse il centrodestra con il Mose a Venezia. Dal momento che ha lasciato la casa il caso – ha detto l’ex vicepremier – è chiuso, poi vedremo cosa succederà. Ha capito che era inopportuno. Eviterei di rimuginarci sopra