> > Borghi: "L'uscita dell'Italia dall'euro non può essere un tabù"

Borghi: "L'uscita dell'Italia dall'euro non può essere un tabù"

Borghi uscita dell'Italia dall'euro

L'economista della Lega Claudio Borghi ha rieccheggiato l'uscita dell'Italia dall'euro sostenendo che l'argomento non debba essere un tabù.

Mentre il dibattito politico è incentrato sul Mes, Claudio Borghi è tornato a parlare dell’uscita dell’Italia dall’euro. Alle sue parole hanno subito fatto eco quelle dei partiti di governo che l’hanno definito irresponsabile e nemico della nazione.

Claudio Borghi sull’uscita dall’euro

Non sono ignote le posizioni anti europeiste del presidente della Commissione Bilancio della Camera, considerato uno dei maggiori economisti della Lega insieme a Bagnai e Siri. Già anni fa aveva fatto dell’Italexit uno dei suoi cavalli di battaglia, convinto che avere una moneta unica per stati con economie diverse non ci aveva portato grandi benefici.

Durante l’anno di governo con i pentastellati non ne aveva parlato perché “questo prevedeva l’accordo di governo“. Ma, a distanza di pochi mesi dalla sua caduta, ha affermato che “l‘argomento non può essere un tabù“. Un invito dunque a tornare a discuterne dato che rappresenterebbe a suo dire il volere del 25% dei cittadini.

Parole che non sono affatto piaciute ai partiti dell’esecutivo, soprattutto a renziani e democratici. I primi infatti, per bocca del loro leader, le hanno definite irresponsabili. I secondi, tramite il ministro Gualtieri, hanno affermato che l’uscita dell’Italia dall’euro è sempre stata all’interno del programma economico leghista e, se attuata, provocherebbe “un bagno di sangue per milioni di famiglie“. Per il titolare dell’Economia si tratterebbe della conferma che la Lega sia una forza inadatta a governare il paese e nemica della nazione.


Le parole di Matteo Salvini

Costretto ad intervenire per mitigare i toni, il leader del Carroccio ha assicurato che non ci sarà nessuna uscita dall’Europa o dall’euro. L’unica cosa che chiede il suo partito, ha continuato, è “fermare un governo che mette a rischio la democrazia, la sovranità e i risparmi degli italiani“. Per questo ha ribadito che sabato 7 e domenica 8 dicembre 2019 il suo partito farà una raccolta firme targata #stopmes.