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Covid, parla Spadafora: "Spero che da gennaio si riparta con lo sport"

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Nel commentare l'attuale situazione sanitaria, il ministro Spadafora ha auspicato una ripresa dello sport a livello nazionale a partire da gennaio.

Nel corso di una videoconferenza tenutasi nella mattinata di mercoledì 25 novembre, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha auspicato una ripresa delle attività sportive in Italia già a partire dal prossimo mese di gennaio, nella speranza che nel frattempo la curva dei contagi sia sensibilmente diminuita: “Se le cose a dicembre andranno meglio come tutti ci auguriamo, per tutto il Paese, spero davvero che poi a gennaio si possa ripartire anche con l’attività sportiva.

Sport, l’opinione del ministro Spadafora

Le dichiarazioni del ministro sono state fatte a margine dell’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di cinque dei sei decreti di riforma dello sport che lo stesso Spadafora ha successivamente commentato: “La riforma è fatta. È tanto importante che introduce norme tanto attese che renderanno ancora più moderno il sistema sportivo. […] Il percorso è stato molto complesso, iniziato con una maggioranza diversa. Per questo ringrazio tutte le forze politiche che hanno dovuto fare un lavoro complesso e difficile per una mediazione su posizioni di partenza che a volte erano anche molto diverse”.

Spadafora ha poi spiegato nel dettaglio alcuni passaggi della riforma, tra cui quello a favore dello sport professionistico femminile: “La riforma dello sport vara il professionismo femminile, tema che andava superato nella società italiana. Attualmente tutto si svolge nel settore dilettantistico, mentre in futuro ci sarà la totale equiparazione con il settore maschile, anche dal punto di vista giuslavoristico e previdenziale.

Il decreto sul limite dei mandati

Sul limite dei mandati per i presidenti di federazioni, l’unico dei sei decreti non approvati dal CdM, il ministro ha comentato: “Il limite dei mandati? Io rispetto tutti i presidenti anche chi sta li da 30 anni, ma c’è la necessità di discontinuità, di qualificare il proprio impegno e la capacità di poter far crescere una nuova classe dirigente. Se non c’è nessuno che può sostituirli significa che non hanno lavorato bene per il futuro della loro federazione. […] I presidenti di federazione sono comunque all’ultimo loro mandato, c’è una norma già esistente dei tre mandati. C’era la norma transitoria per ricandidarsi, ma alla fine del prossimo giro ci dovranno essere necessariamente dei cambiamenti”.