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Di Maio: "Maradona e il cuore di Napoli sono legati nella storia"

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Di Maio ricorda Maradona e il suo ruolo importantissimo per la città di Napoli.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, napoletano e tifoso del Napoli, ha voluto ricordare il suo idolo d’infanzia, Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre all’età di 60 anni. Lo ha fatto con un lettera pubblicata su Leggo, nella quale scrive del rapporto indissolubile che legherà per sempre il campione al capoluogo campano. Un amore composto da cuore e anima, tenuto insieme dal gioco del calcio e dalla passione.

Di Maio su Maradona e il Napoli

“Resterà per sempre oggetto di un culto della personalità – scrive Di Maio – Segno di un uomo che non ha mai cercato onori agli sforzi compiuti. Diego Armando Maradona non è stato solo il più forte calciatore di sempre. Maradona è stato il calcio. Qualcuno ha scritto che Dio ha chiamato la sua mano”. “Alla notizia della sua morte – prosegue – sono ripiombato nella mia infanzia. Un labirinto di corpi e voci che ci cullavano, noi tutti. I ricordi non possono essere nitidi. Dopo i festeggiamenti per il secondo scudetto del Napoli avevo quattro anni. Ma quell’atmosfera che Diego si trascinava dietro non ci ha mai abbandonato. Resta impregnata nei nostri corpi, nei sorrisi, nei dolori. Esultanze, speranze e voglia di riscatto si mescolavano, trasmettendo una nuova energia e tutta la napoletanità. I ricordi sfocati sono proprio i più emozionanti, perché ti sforzi di mettere a fuoco sensazioni che ancora non conosci. E per me sono legate a Maradona, la cui presenza era sempre lì che aleggiava tra pranzi, ritrovi di famiglia e i giochi tra bambini. Un personaggio dal sapore fiabesco, che ha saputo tramutare il calcio in arte e rendere lo sport cultura popolare.

Di Maio scrive dell’emozione di essere bambino e di veder giocare il più forte calciatore di tutti i tempi con la maglia della propria squadra del cuore. Una sensazione che per lui, così come per tutta Napoli, arrecava speranza e poneva la città su un piedistallo dal quale era impossibile farla scendere. Maradona era Napoli, e Napoli era Maradona. “Crescendo – scrive il ministro degli Esteri – i miei primi ricordi sono diventati una sorta di antologia da custodire gelosamente e da inquadrare nella consapevolezza che l’anima di Maradona e il cuore di Napoli sarebbero rimasti legati visceralmente nella storia. Una storia in cui la dimensione individuale e collettiva si intrecciano, in un’alternanza quasi ossessiva di quiete e tempesta, sino a diventare un corpo unico. Non si può pensare a Maradona senza evocare Napoli”. Prosegue parlando di dignità Di Maio, quella che Maradona avrebbe voluto donare agli ultimi: “Quella tra noi e Diego è stata una meravigliosa storia di passione, di cui oggi vale la pena raccontare colori, odori, immagini. Come vengono. Come arrivano. Di colpo. Con la stessa sfrontatezza a cui ci aveva abituato el Pibe de oro”.