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Morto Francesco Pisani, si è spento a Roma il superteste del processo sul Ponte Morandi: doveva testimoniare a settembre

Ponte Morandi morto teste Francesco pisani

Il teste chiave nel processo sul crollo del Ponte Morandi, l’ingegnere Francesco Pisani, è morto a Roma. Doveva essere ascoltato a settembre.

L’ingegnere Francesco Pisani, teste chiave del crollo del ponte Morandi che il 14 agosto 2018 causò la morte di 43 persone, è morto a Roma. L’uomo, ex collaboratore di Riccardo Morandi al momento della costruzione del viadotto Polcevera e progettista del rinforzo della pila 11 negli anni ’90 del secolo scorso, avrebbe dovuto testimoniare nei prossimi giorni nell’ambito del processo incentrato sul crollo dell’infrastruttura.

Ponte Morandi, morto l’ingegnere Francesco Pisani: era teste al processo sul crollo

L’audizione dell’ingegnere, il cui decesso risale alla giornata di giovedì 17 agosto, era stata organizzata a Roma e non a Genova proprio a causa delle sue gravi condizioni di salute. La testimonianza, poi, era stata spostata a dopo la pausa estiva ma l’uomo si è spento, non riuscendo a riferire la sua versione dei fatti.

Nato a Roma il 6 settembre 1933, Pisani non è mai stato ascoltato dal sostituto procuratore Massimo Terrile che, con il collega Walter Cotugno, ha coordinato le indagini della guardia di finanza. L’ex collaboratore di Morandi, infatti, già sul finire del 2018 era in condizioni precarie e non era in grado di affrontare il viaggio. La sua testimonianza, di conseguenza, era stata verbalizzata dai finanziari nella Capitale.

La mail che dava l’ingegnere morto nel 2017

L’ingegnere aveva raccontato di essere stato contattato da Aspi nel 2011 “per fare un progetto relativo ad interventi di rinforzo strutturale degli stralli delle pile 9 e 10. Doveva essere un intervento analogo a quello eseguito negli anni ’90 sugli stralli della pila 11”, data la sua precedente esperienza.

A contattarlo era stati Michele Donferri Mitelli e Mauro Malgarini, entrambi risultano attualmente tra gli imputati a processo. Per il lavoro, che era in realtà una “pre-progettazione”, Pisani aveva spiegato che “ho ricevuto regolare parcella, ma non so perché non sono stati mai eseguiti i lavori di rinforzo strutturale. Dopo tanti anni, anche gli stralli delle pile 9 e 10 avevano bisogno di essere rinforzati, sarebbe stato consigliabile farlo quanto prima”.

La sua collaborazione con Autostrade è terminata con il progetto del 2011. Non venne contattato, infatti, per il progetto retrofitting ossia per i lavori di rinforzo delle pile che venne condotto nel 2015. Addirittura, in una mail del 2017, Donferri scrisse che l’ingegnere “non era più in vita”.

Con la morte di Pisati, il tribunale dovrebbe acquisire la testimonianza resa ai finanzieri: la ripresa del processo è stata fissata per il prossimo 11 settembre.