Potenza, prete vuole presepe con la Madonna “in burqa”

Sta suscitando polemiche la decisione di don Franco Corbo, parroco della Chiesa di Sant’Anna a Potenza, di far allestire un presepe con la Sacra Famiglia e i pastori rappresentati in abiti abiti islamici. La Madonna, addirittura, si chiude con una mano il velo per nascondere il viso, come certe donne musulmane con il velo integrale – in Occidente chiamato spesso “burqa” come quello afghano – . Il sacerdote ha spiegato che i “suoi” Maria, Giuseppe e Gesù Bambino faticano ad arrivare alla Grotta di Betlemme, perché c’è un muro che li separa da questa, come il muro fatto erigere da Israele nei confronti dei palestinesi. Nelle intenzioni di don Franco, ha spiegato lui stesso, tale presepe vorrebbe dare un messaggio di pace, come auspicata da Papa Francesco, ma tra tutti i 65 muri che ci sono oggi nel mondo e che lui cita, quello che ritiene più scandaloso, è quello fatto costruire dallo Stato ebraico come barriera difensiva dagli attentati terroristici da parte dei palestinesi. Tra l’altro Maria, Giuseppe Gesù Bambino erano ebrei, non musulmani e palestinesi come afferma qualcuno, e oggi sarebbero ostacolati a recarsi a Betlemme non in quanto arabi e musulmani, bensì in quanto ebrei – per non parlare della situazione dei cristiani nei Territori Palestinesi, a maggioranza musulmana -.

Inoltre, altro riferimento all’attualità, don Franco Corbo ha voluto i personaggi in costume arabo – islamico come segno di apertura verso quel mondo devastato dall’Isis anche per colpa dell’Italia che vende le armi all’Arabia Saudita, la quale a sua volta le rivende a Daesh: come se ciò danneggiasse solo il mondo arabo e islamico e non pure l’Occidente.

Infine Maria che si copre il viso con il velo: già ci sono persone, musulmane e no, che giustificano l’uso del velo da parte di molte donne musulmane con il velo di Maria e delle suore, ma certo non si tratta di un velo integrale che nasconde il viso. In realtà don Franco sa bene che la sua idea non è piaciuta a tutti, ma come risponde? Accusando i critici di una chiusura mentale, culturale o comunque d’integralismo.