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Prof accusato di abusi muore per un mix di farmaci

Mix pillole

Il professore dell'università di Camerino che era stato accusato di abusi sessuali nei confronti di alcuni studenti, muore per un mix di farmaci.

Lunedì scorso il Tribunale di Macerata lo aveva condannato per abusi sessuali nei confronti di sei studenti frequentanti i suoi corsi. Il professore universitario Francesco Parillo si suicida il giorno seguente con l’assunzione di un mix di farmaci.

Le accuse di abuso sessuale

Il professore Francesco Parillo insegnava anatomia presso l’università di Camerino, nella facoltà di veterinaria. Era stato accusato da alcuni degli studenti frequentanti i corsi da lui tenuti. Le accuse riguardavano dei presunti abusi sessuali. Nello specifico si è parlato di palpeggiamenti e carezze hard a ben sei studenti, tre dei quali si sono costituiti come parte civile durante l’udienza.

Il Tribunale di Macerata aveva emesso una sentenza di condanna a tre anni di carcere per violenza sessuale. Il docente aveva comunque respinto tutte le accuse a suo carico fino all’ultimo momento, probabilmente consapevole delle conseguenze che sarebbero scaturite dalla condanna, oltre che dello scandalo nel quale si trova ora coinvolta l’istituzione universitaria.

Il mix di farmaci letale

Il docente Francesco Parillo ha senza dubbio risentito degli effetti psicologici della situazione. La sentenza di condanna espressa dal Tribunale di Macerata deve averlo definitivamente abbattuto sul piano emotivo. Infatti, il giorno seguente, martedì, vigili del fuoco e carabinieri sono stati allarmati perché l’uomo non rispondeva più al telefono e nessuno aveva notizie di lui.

All’arrivo delle forze dell’ordine e dei soccorsi, il professore si trovava seduto su una poltrona in stato d’incoscienza. Poi è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Camerino. Le subitanee analisi effettuate dai medici hanno riscontrato la presenza di una quantità eccessiva di farmaci. I tentativi di rianimarlo sono stati totalmente vani.

Francesco Parillo si è suicidato assumendo un mix di farmaci che lo hanno prima stordito e poi ucciso. Un cocktail letale ingerito per alleviare le sofferenze psichiche dovute alle deplorevoli azioni compiute nei riguardi di alcuni studenti universitari.

La violazione del codice etico

Ogni istituzione ha un preciso codice etico che regola il comportamento da tenere quando si è nelle vesti di rappresentante della stessa. L’università non è da meno e i regolamenti sono ben chiari a riguardo del tipo di relazione e del tenore comportamentale da tenere nel rapporto docente-studente.

Sicuramente palpeggiamenti e molestie di vario genere non sono contemplati nel codice etico. Ma non serve certo un regolamento scritto per comprendere che determinate gesta oltrepassano i confini di una qualsiasi istituzione come quella universitaria. Sfruttare a fini impuri la posizione di superiorità nei confronti di studenti è una questione morale della propria persona. Inoltre esistono leggi costituzionali che impongono il divieto assoluto di esercitare qualsiasi forma di abuso.

Nonostante ciò un professore ha abusato della relazione di potere asimmetrica che descrive il rapporto educativo con gli studenti. Non è la prima volta che succede in Italia e nel mondo. Dispiace per le tragiche circostanze della morte del professore, dovuta ad un mix di farmaci, ma questo non lo redime dalle sue colpe.