L’odio razziale, da sempre piaga della società, ha trovato nel web una nuova e pericolosa cassa di risonanza. Il caso di Como ha visto un 17enne indagato, e limitato nell’uso del web, e due complici minorenni perquisiti per propaganda d’odio online. I dettagli sull’indagine della Polizia di Stato.
Propaganda d’odio razziale sul web: tre minori di Como indagati
Nel Comasco, un diciassettenne è finito sotto indagine e ha ricevuto un divieto di accesso al web di due mesi, imposto dalla Polizia di Stato. Il provvedimento è scattato perché il ragazzo, italiano di origine turca e incensurato, sarebbe stato il promotore di un gruppo online dedito alla propaganda e istigazione all’odio razziale, con gravi riferimenti all’apologia della Shoah.
L’inchiesta ha coinvolto anche altri due minorenni, entrambi soggetti a perquisizioni. Uno di loro, residente in Friuli Venezia-Giulia, è ritenuto un membro attivo del gruppo. L’altro, del Comasco, sospettato di possedere armi da fuoco e munizioni.
Tutti e tre i ragazzi gravitano in ambienti dell’estrema destra radicale e suprematista, manifestando apertamente richiami al fascismo e al nazismo sulle piattaforme online.
Como, propaganda d’odio razziale sul web: cosa emerge sui tre minori indagati
Questa indagine è nata da un’attenta attività di monitoraggio del web che ha permesso di individuare il gruppo su un social network. Amministrato da un diciassettenne, il gruppo aveva una chiara ispirazione fascista e nazista, e il minore vi svolgeva attività di propaganda marcatamente xenofoba, omofoba e antisemita, oltre a reclutare giovani e giovanissimi.
L’obiettivo era chiaro: istigare i partecipanti a compiere atti di violenza e spedizioni punitive, coinvolgendo anche maggiorenni già noti alle autorità per reati simili.