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Propaganda russa e fake news, presi di mira anche i ricercatori

Anche i pipistrelli, animali "totem" del coronavirus, diventano oggetto di fake news russe

Uno studio con l'Ucraina sui parassiti come zecche, pidocchi e pulci diventa una oscura "Spectre" biologica occidentale: la propaganda russa e le fake news

Propaganda russa, fake news e disinformazione mirata di Mosca che ora prende di mira direttamente anche i ricercatori. La denuncia arriva tra gli altri da Cornelia Silaghi, parassitologa veterinaria che guida un progetto sui pipistrelli che assieme a colleghi ucraini mira ad esaminarne i parassiti. Nel 2020 i ricercatori dell’Istituto di Medicina Veterinaria Sperimentale e Clinica di Kharkiv avevano raccolto 140 pulci, zecche e mosche, strappate ai pipistrelli catturati nell’Ucraina orientale per spedirli in Germania, presso il Friedrich Loeffler Institute vicino a Greifswald. 

Propaganda russa e fake news: dalle zecche alla cospirazione biologica

E cosa è diventata quella ricerca secondo la macchina del mainstream bellico russo? Una vicenda di armi biologiche, con oscuri laboratori finanziati ovviamente dagli Usa. Ha affermato la dottoressa Silaghi: “Era una ricerca epidemiologica molto semplice”. Peccato che il 10 marzo un funzionario del Ministero della Difesa russo abbia affermato che quella era una messa a punto di armi biologiche. Ovviamente Tv di Stato e media di Mosca hanno diffuso quella versione nel mainstream russo e lo stesso Vladimir Putin aveva parlato di “dozzine di laboratori in Ucraina che sperimentano su coronavirus, antrace e colera sotto la direzione e il sostegno finanziario del Pentagono”. E le prove? Una foto anche bruttina del trasferimento del campione tra il laboratorio dove la dottoressa Silaghi lavora e l’istituto veterinario di Kharkiv. 

“Piccoli noccioli di verità e poi grandi bugie strategiche”

L’esperta di biosicurezza del King’s College London Filippa Lentzos ha dato una chiave di lettura alla vicenda: “Questo è ciò che fa funzionare la disinformazione: devi avere questi piccoli noccioli di verità”. E ancora: “Se sei in grado di piantare abbastanza dubbi, la gente inizia a fare domande”. La riprova finale è arrivata lo scorso 11 marzo, quando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove la Russia siede ed ha potere di veto, il diplomatico Vassily Nebenzia ha affermato che “i pipistrelli erano considerati portatori di potenziali agenti di armi biologiche” e ha offerto l’accordo di trasferimento del campione come prova. Cioè la foto e la bolla di accompagno di un passaggio di campioni di pidocchi come prova provata di un complotto occidentale per infettare i nemici. E l’incolpevole dottoressa Silaghi in tutto questo continua a ricevere email inquietanti da account anonimi in cui si insinua tra l’altro che che si sta comportando “come una scienziata nazista”.