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Referendum Lombardia, tra seggi e voto elettronico spesi quasi 50 mln

Referendum Lombardia

Il Referendum Lombardia per l'autonomia regionale, fortemente voluto da Roberto Maroni, alla fine costerà una cifra attorno ai cinquanta milioni di euro.

Il Referendum Lombardia per l’autonomia regionale, fortemente voluto da Roberto Maroni, alla fine costerà una cifra attorno ai cinquanta milioni di euro. Come ha specificato lo stesso Maroni, si tratta di seggi “veri” (non dei gazebo, come si era ipotizzato inizialmente). Con tanto di tablet per votare, appalto per la gestione dell’intero sistema, scrutatori, assistenti digitali e squadra di pronto intervento tecnico ai tablet.

I costi del Referendum Lombardia

Il referendum che si svolgerà in Lombarda il prossimo 22 ottobre, fortemente voluto da Roberto Maroni, per l’autonomia regionale costerà in tutto una cifra attorno ai cinquanta milioni di euro. Lo stesso Maroni ha voluto sottolineare nuovamente che si tratta di un referendum con seggi “veri” e non con dei gazebo, come si era ipotizzato inizialmente.

Seggi veri e propri, con tanto di tablet per votare, appalto per la gestione dell’intero sistema, scrutatori, assistenti digitali e squadra di pronto intervento tecnico in caso di necessità. E in più anche tutte le spese di promozione. E’ dunque per questi fattori che per il referendum è stata sborsata quella somma.

I conti sono molto semplici e lineari. 11 milioni (Iva compresa) per l’acquisto delle ventiquattromila “voting machine”. Altri 4,4 milioni spesi per quanto riguarda il software per il sistema del voto elettronico, come da contratto con la società olandese SmartMatic ( la società che ha vinto la gara di appalto fatta dalla Regione).

Poi altri 4,4 milioni di spese per il servizio di assistenza tecnica e per la formazione del personale, che avrà dunque il compito di far funzionare i tablet negli ottomila seggi che sono sparsi in tutto il territorio lombardo.

Gli altri costi

Inoltre, a queste cifre bisogna aggiungere anche gli 1,6 milioni di euro che sono stati spesi per la campagna promozionale, con tanto di spot e manifesti sui mezzi pubblici, strade, tv, radio. Nelle ultime settimane, sempre nel bilancio alla voce comunicazione, sono stati aggiunti anche altri 1,7 milioni di euro.

Infine, non bisogna scordare anche i 24,6 milioni previsti nel bilancio di previsione 2017 per l’espletamento del referendum consultivo. Si tratta di costi già preventivati per rimborsare i Comuni e per pagare il personale dei vari seggi. Costi che saranno interamente a carico della Regione. Che ancora non sono stati calcolati nel dettaglio, ma che verranno definiti in base a un protocollo firmato tra la Regione e l’Anci (l’associazione che rappresenta i sindaci).

Le parole di Maroni

Roberto Maroni, che ha voluto fortemente questo Referendum Lombardia, ha sempre respinto le polemiche che riguardano i costi scritte nel contratto che è stato firmato con la SmartMatic e nel bilancio previsionale della Regione.

Maroni ha ribadito che è stata fatta una gara, a cui hanno partecipato in tre. Il costo, secondo lui, non è solo per i tablet. Ma anche per i servizi, l’assistenza e diverse altre cose. I tablet, secondo quanto è stato affermato da Maroni, dopo una procedura di “pulizia” resteranno nelle scuole. Nonostante si tratti comunque di dispositivi particolari, definiti come “”tablet carrozzati”, dotati di stampante interna con carta semplice.

Secondo Maroni, sostenuto dal Movimento Cinque Stelle, il voto elettronico è stata una soluzione praticamente obbligata. Questa scelta però è stata criticata dall’opposizione.