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Richieste di finanziamento, le nostre imprese tornano a crescere e investire

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È una fotografia che ci racconta di un Paese che è stata piegato da due anni di pandemia, ma oggi rialza la testa e comincia a programmare un futuro fatto di investimenti per ripartire e tornare a crescere.

Dopo un 2020 in cui le nostre imprese, soprattutto le small business, hanno fatto ricorso a prestiti garantiti soprattutto per esigenze di liquidità (47%), pagare i dipendenti e i fornitori (32%), nel 2021 e nel primo quadrimestre 2022 le aziende hanno iniziato a organizzare e progettare il futuro e a richiedere finanziamenti con importi più rilevanti per investire di nuovo sul core business della propria attività. Investimenti indispensabili a sostenere la propria strategia di business e farsi trovare più abili ad affrontare le difficoltà economiche determinate dalla guerra in Ucraina.

Il 2021 è stato quindi un anno di consolidamenti in cui le PMI hanno cercato di rimettersi in piedi e focalizzarsi su nuovi progetti aziendali. I numeri parlano chiaro. Nel corso del 2020 erano poche le PMI che richiedevano finanziamenti sopra i 150.000 euro, mentre lo scorso anno e nei primi quattro mesi del 2022 oltre il 45% delle richieste superava questa soglia. Cambia anche lo ‘scopo’ della richiesta: in calo la motivazione ‘difficoltà/imprevisto’ legata alla pandemia mentre cresce quella riferibile ad ‘investimenti/progetti’.

Infatti nel 2021 le domande di finanziamento che prevedono la causale ‘liquidità’ sono scese al 28%; calano invece al 26% le richieste per pagamento fornitori. Tra i motivi che inducono ora le nostre Aziende a chiedere un prestito ci sono quelli legati allo sviluppo come le nuove assunzioni (24%), l’acquisto di nuovi impianti/macchinari (22%), la realizzazione di una piattaforma e-commerce (18%). Le aziende investono anche nella multifunzionalità, per diversificare le attività e diventare più competitive, così come nell’aggiornamento delle dotazioni informatiche e digitali , nel rinnovamento delle modalità di commercializzazione e marketing e nel potenziamento dei sistemi logistici. Più di un’impresa su tre ha oggi un livello di innovazione alto o medio-alto. Un terzo delle imprese innova per migliorare la propria sostenibilità ambientale. Inoltre molte aziende sono impegnate anche nell’innovazione sociale.

Quali sono i canali di finanziamento preferiti dalle aziende? Quasi la metà delle aziende ‘small business’ ha fatto ricorso allo strumento del fido o del portafoglio commerciale (Italia/estero); le aziende più strutturate, invece, hanno in buona parte preferito ricorrere a finanziamenti a medio-lungo termine con garanzia di Medio Credito Centrale (MCC). In parte hanno invece utilizzato capitali propri. È stato anche pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 10 febbraio 2022 che istituisce un regime di aiuto per il sostegno, nell’intero territorio nazionale, di investimenti innovativi e sostenibili avanzati da micro, piccole e medie imprese. Il decreto regola le condizioni per la concessione e l’erogazione di agevolazioni in favore di programmi di investimento proposti da PMI corrispondenti alle vigenti normative di tutela ambientale e ad elevato contenuto tecnologico, coerente con il piano Transizione 4.0.

Ci sono state anche aziende che non hanno avuto alcuna necessità di finanziamento, soprattutto le società di capitali ed anche quelle con fatturati minori. Analizzando le domande dei richiedenti, spicca il settore dell’industria (19%) seguito dal commercio (13%), servizi (9%) ed edilizia (7%). Le aziende a conduzione femminile sembrano più orientate a far ricorso a finanziamenti a media-lunga scadenza soprattutto per per formare e assumere dipendenti (28% delle richieste).

È una fotografia che ci racconta di un Paese che è stata piegato da due anni di pandemia, ma oggi rialza la testa e comincia a programmare un futuro fatto di investimenti per ripartire e tornare a crescere, anche se in un tessuto macroeconomico incerto come quello attuale e con la guerra Russia-Ucraina in corso. I nostri imprenditori hanno cioè capito che per affrontare i momenti di crisi è necessario investire in tecnologia, capitale umano, magazzino per farsi trovare pronti quando si attraversano periodi incerti come quello appena trascorso e, purtroppo, come quello in corso. Un cambio culturale fondamentale che va rinforzato e ininterrottamente sostenuto perché le PMI sono l’ossatura della nostra economia.