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Roald Dahl: una casa editrice inglese sta rimuovendo i termini offensivi come grasso o brutto

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La lotta al body shaming inizia dall'età scolare e nel Regno Unito una casa editrice inglese sta rimuovendo i termini offensivi come grasso o brutto

Nel Regno Unito arriva la rivoluzione linguistica di Roald Dahl: una casa editrice inglese sta rimuovendo i termini offensivi come “grasso” o “brutto”. La famosa collana di libri per bambini ha affidato a “consulenti molto speciali” la revisione. Chi sono? Lettori sensibili e bambini, che hanno avuto il compito di individuare e rimuovere parti di linguaggio ritenute offensivo dall’editore Puffin. Editore che ha assunto lettori attenti per riscrivere parti del testo dell’autore per assicurarsi che i libri “possano continuare ad essere apprezzati da tutti oggi”.

Una casa editrice sta rimuovendo tutti i termini offensivi

Il tutto, come spiega il Guardian “con conseguenti ampi cambiamenti nel lavoro di Dahl”. Sono state apportate modifiche alle descrizioni dell’aspetto fisico dei personaggi. Ad esempio, questo lo spiega il Daily Telegraph, la parola “grasso” è stata tagliata da ogni nuova edizione di libri pertinenti, mentre anche la parola “brutto” è stata eliminata. Proseguiamo con gli esempi: Augustus Gloop in Charlie e la fabbrica di cioccolato è ora descritto come “enorme”. In The Twits, la signora Sporcelli non è più “brutta e bestiale” ma solo “bestiale”.

Le streghe e la “calvize”? Si cambia tutto

Ecco, lì ed in altri casi sono state apportate centinaia di modifiche al testo originale e sono stati aggiunti alcuni passaggi non scritti da Dahl. La Roald Dahl Story Company ha affermato che “non è insolito rivedere la lingua” nella messa in opera di una nuova tiratura e qualsiasi modifica è stata “piccola e ponderata con attenzione”. In The Witches, un paragrafo che spiegava che le streghe sono calve sotto le loro parrucche è stata ad esempio aggiunta la nuova frase: “Ci sono molte altre ragioni per cui le donne potrebbero indossare parrucche e non c’è certamente niente di sbagliato in questo“.