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Coronavirus, come si diffonde nei ristoranti: esperimento in Giappone

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Un esperimento realizzato in Giappone ha mostrato come il coronavirus riesca a diffondersi in poco tempo grazie ai buffet dei ristoranti.

Com’è ormai noto, tra le vittime maggiori della pandema di coronavirus sotto il profilo strettamente commerciale vi sono bar e ristoranti, nei quali l’agente patogeno trova un ambiente decisamente favorevole per la diffusione a causa della vicinanza tra i commensali e dell’alta probabilità di contatti tra le mani e il viso. Quelle che però in molti casi rimangono supposizioni teoriche sono state confermate da un esperimento realizzato dalla televisione di Stato giapponese Nhk, che ha mostrato come proprio i buffet dei ristoranti siano i luoghi dove il coronavirus ha la maggiore velocità di diffusione.

Coronavirus, l’esperimento nei ristoranti

L’esperimento è stato organizzato sulla base di alcuni rapporti che indicavano come i luoghi dove si riuniscono più persone contemporaneamente per un certo periodo di tempo siano i più adatti alla diffusione del coronavirus. Tra questi vi sono anche i buffet dei ristoranti, con particolare riferimento a quelli delle navi da crociera, vale a dire i posti dove lo scorso febbraio scoppiarono i primi focolai di coronavirus nel mondo, come nel caso della nave Diamond Princess.

Nel corso del test dieci persone sono state dunque riunite all’interno di una stanza, dove in precedenza era stato allestito un buffet, e lasciate libere di servirsi del cibo come meglio preferivano. A una di queste dieci persone era stato applicato su un mano un particolare gel fosforescente, al fine di simulare la positività al coronavirus e per poter quindi individuare le eventuali tracce lasciate dal contagiato sulle superfici.

I risultati del test

Dopo soltanto trenta minuti, i ricercatori hanno scoperto che il gel fosforescente dell’individuo contagiato si era trasferito su tutti gli altri individui presenti all’interno della stanza. Sotto la luce di una speciale lampada che permette di vedere il gel al buio infatti, si è potuto accertare come nel breve tempo passato il “coronavirus” si sia depositato su piatti, pentole e posate presenti sul buffet, oltre che sulle mani degli altri commensali. In tre casi addirittura il gel era finito direttamente sui volti delle persone, a dimostrazione dell’estrema facilità con cui i virus e i batteri possono trasmettersi da un individui all’altro.