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Scuola: genitori chiamati a pagare per visionare i compiti in classe, scoppia la protesta a Brescia

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A Brescia, per visionare i compiti in classe dei figli, le famiglie devono pagare seguendo le regole della scuola. Ecco i dettagli.

All’Istituto comprensivo Nord 2 di Brescia, i genitori che vogliono consultare i compiti in classe dei figli devono presentare una richiesta formale e pagare. La scelta della scuola, giustificata dalla normativa interna sugli atti amministrativi, ha suscitato discussioni sul diritto delle famiglie a monitorare l’istruzione dei figli e sulla chiarezza delle procedure adottate.

Scuola, per visionare i compiti in classe dei figli i genitori dovranno pagare

All’Istituto

comprensivo Nord 2 di Brescia, circa 1.600 famiglie dovranno seguire una procedura specifica per consultare i compiti dei propri figli. La dirigente scolastica, tramite una circolare riportata dal Giornale di Brescia, chiarisce che gli elaborati degli alunni sono considerati atti amministrativi e devono rimanere conservati in originale presso la scuola.

Ciò implica che i compiti corretti non possono essere portati a casa: per ottenere una copia, i genitori devono compilare un modulo di richiesta e versare un contributo economico variabile da 0,25 a 1 euro a pagina, a seconda del tipo di documento.

Le scuole coinvolte, come sottolineato da Tgcom 24, sono le primarie Sauro, Arici, Alighieri e Quasimodo e le secondarie Virgilio e Pirandello. L’istituto assicura comunque la possibilità di visionare gli elaborati originali durante i colloqui individuali, senza alcun costo.

Scuola, per visionare i compiti in classe bisognerà pagare: la protesta dei genitori

La decisione ha provocato immediate reazioni tra le famiglie, che sui social e nei gruppi WhatsApp definiscono la misura «eccessiva» e chiedono chiarimenti sulla legittimità della procedura. Un compito in classe può essere considerato un vero e proprio atto amministrativo soggetto a regolamentazione? La normativa nazionale stabilisce che l’esame dei documenti è gratuito, ma permette alle scuole di far pagare i costi di riproduzione.

Tuttavia, la giurisprudenza non è univoca sulla natura degli elaborati scolastici, e ogni istituto può stabilire regole interne sui tempi, modalità e moduli necessari per l’accesso agli atti.