Quando sfuggi all’orrore assoluto per ritrovartelo di nuovo in casa tua, come accaduto al 96enne ucraino Boris Romantschenko che sopravvisse ai campi di concentramento ma non è sopravvissuto ai bombardamenti della sua Kharkiv. L’annuncio della morte di Romantschenko è stato dato in queste ore da Jens-Christian Wagner, direttore della Fondazione Buchenwald e Mittelbau-Dora.
Sopravvisse ai campi di concentramento, morto a Kharkiv
Ecco le sue parole sul sito della Fondazione: “L’ex prigioniero di Buchenwald e vicepresidente del comitato internazionale Buchenwald-Dora e dei comandi per l’Ucraina (Ikdb ) è morto venerdì a Kharkiv”. E ancora: “Boris Romantschenko è stato ucciso dopo che è stato colpito l’edificio in cui viveva. Il suo appartamento è andato a fuoco”. Il sopravvissuto ormai non lasciava casa da tempo, aveva paura di contrarre il Covid.
Chi era Boris Romantschenko
Romantschenko era nato il 20 gennaio 1926 a Bondari, vicino quella stessa Sumy che oggi sotto le bombe sta sprigionando ammoniaca in cielo. Venne deportato ai lavori forzati di Dortmund nel 1942. Romantschenko provò anche a scappare, ma fu catturato e mandato nel campo nell’ottobre 1943. Dopo alcuni spostamenti a Mittelbau e nel lager di Bergen-Belsen riuscì a sopravvivere a quegli orrori. Sopravvivere ed a raccontarli facendone monito, come aveva detto in un discorso pubblico: “La costruzione di un nuovo mondo di pace e libertà è il nostro ideale”.