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Squalo bianco a Fano: allarme della capitaneria

squalo bianco

Uno squalo bianco di grandi dimensioni è stato avvistato a Fano, nell’Adriatico, in prossimità della riva. La capitaneria sconsiglia sport in mare.

Uno squalo bianco di grandi dimensioni è stato avvistato in queste ore a Fano, nell’Adriatico, a pochi metri della riva. A far scattare l’allarme sono stati due sub, i fratelli Gasparoli, che proprio in quel momento erano impegnati in una battuta di pesca. Ma non è la prima volta che questo squalo viene avvistato così vicino alla costa. L’avvistamento precedente risale a fine ottobre quando Gino Allegri e Lorenzo Fraiese due armatori cervesi, se lo sono trovati davanti agli occhi.

Squalo bianco

Lo squalo bianco anche comunemente chiamato pescecane, specialmente dai più piccoli, si aggiudica uno tra i primi posti nella classifica degli animali più pericolosi del mondo. Questo, forse, anche a seguito della serie di riprese cinematografiche di Steven Spielberg, che hanno fatto dello squalo bianco il mostro per eccellenza, come dimenticare il primo angosciante episodio del 1975.

Unico rappresentante vivente del genere Carcharodon, questo squalo è il più grande pesce predatore esistente sul pianeta e, per questo motivo, è anche la specie di squalo più conosciuta e studiata al mondo.

Vive in tutti gli oceani, nelle basse acque costiere temperate e tropicali, compreso il Mediterraneo, dove però è raro. È grigio-plumbeo sul dorso e biancastro sul ventre. Ha corpo massiccio, che può superare il peso di 3 tonnellate, e i lobi superiore e inferiore della coda di dimensioni quasi identiche. Le pinne pettorali sono ampie e falciformi e la pinna dorsale è triangolare e seguita da una seconda molto piccola. La temibile bocca è ventrale, con grandi denti triangolari dal bordo seghettato, quasi simmetrici nelle 2 mascelle. Vorace e in continuo movimento alla ricerca di cibo, lo squalo bianco mangia prede vive, animali morti e rifiuti.

Benchè possa sembrare un evento raro, gli studiosi dicono che anche il Mar Adriatico è l’habitat perfetto per lo squalo bianco. Non è un caso, quindi, l’avvistamento dell’imponente pescecane a Fano, a pochi metri dalla riva.

Squalo bianco a Fano

In queste ore il video dello squalo bianco avvistato a Fano sta facendo il giro del web e sta diventando virale. C’è da dire, però, che questa non è la prima volta che “Jaws”, così è stato chiamato lo squalo, si fa riprendere dalle telecamere. Il primo avvistamento risale al 31 ottobre ed è avvenuto 15 miglia al largo di Rimini : qui alcuni pescatori hanno visto emergere dalla superficie dell’acqua la pinna dorsale di un grande squalo che è rimasto nei paraggi prima di allontanarsi e scomparire. I pescatori sono riusciti a girare anche un breve video con uno smartphone; secondo la loro testimonianza lo squalo era lungo circa 7 metri.

Pochi giorni dopo «Jaws» ha concesso il bis, questa volta un poco più a sud nelle acque antistanti Fano, in provincia di Pesaro. Questa volta l’incontro è stato segnalato da due diportisti che si preparavano a un’immersione subacquea ad appena 350 metri da terra. Identica la scena raccontata dai due testimoni, identiche anche le dimensioni segnalate.

L’episodio è stato immediatamente riferito alla capitaneria di Porto a Fano che ha prontamento lanciato l’allarme ritenendo il racconto attendibile: “La Guardia Costiera chiede la massima prudenza ai cittadini – si legge nella nota – restano valide le raccomandazioni di rito sconsiglianti la balneazione nonche la pratica di attività ludico-sportive in mare di qualsiasi tipo, in solitaria e con indebito e inopportuno allontanamento dalla costa”. Il capitano di fregata ha poi proseguito invitando tutti alla massima prudenza ed attenzione, sconsigliando la balneazione al di fuori della rituale stagione.

Squali in Mar Adriatico

Il mare Adriatico è un bacino semichiuso le cui caratteristiche, tra cui le forti fluttuazioni stagionali, se da una parte attraggono gli squali per la alta produttività, dall’altra lo rendono ancora più sensibile all’impatto antropico, tra cui inquinamento, distruzione dell’habitat e in particolare pesca. Se infatti nel diciannovesimo e ventesimo secolo l’Adriatico abbondava di grandi predatori, tra cui gli squali bianchi attratti dalle tonnare allora molto diffuse ad oggi l’eccesiva pesca, ha decimato la popolazione portando alla scomparsa di diverse specie come lo squalo angelo e lo squalo canesca i quali oggi sono considerati non più presenti ma che erano molto comuni fino al 1950. Uno studio scientifico ha dimostrato già nel 2005 una diminuzione maggiore del 60% di squali e razze e la forte differenza di abbondanza tra la costa italiana e quella croata meno impattata in quanto meno soggetta alla pesca.