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Stroncato da un tumore a 5 anni: la famiglia chiede un risarcimento di 25 milioni all’ex Ilva

Papà Mauro con il piccolo Lorenzo

Stroncato da un tumore a 5 anni: la famiglia chiede un risarcimento di 25 milioni all’ex Ilva di Taranto per l'avvelenamento che il piccolo subì in grembo

Lorenzo Zaratta venne stroncato da un tumore a soli 5 anni e dopo una vita breve ed infernale: per quell’inferno cominciato quando il piccolo era ancora in grembo alla madre e in nome di Lorenzo la sua famiglia ora chiede un risarcimento di 25 milioni all’ex Ilva di Taranto. E lo fa dopo che, ad aprile di quest’anno, la Procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio per nove tra dirigenti e funzionari dell’ecomostro in terra pugliese, tutti con una ipotesi di reato per omicidio colposo in concorso.  La storia di Lorenzo aveva fatto il giro del mondo, Il bambino morì nel 2014 ucciso da un lungo ed inesorabile tumore al cervello. E il nesso “eziologico”, cioè causa-effetto fra la sua morte e i veleni dell’ex Ilva era diventato il cardine dell’azione giudiziaria promossa da papà Mauro e dalla mamma del piccolo. 

Stroncato da un tumore a 5 anni, sua madre incinta di lui lavorava al “Tamburi”

All’epoca dei fatti che si intesero come di “innesco” alla malattia di Lorenzo, quando la mamma era in gravidanza cioè, la donna  lavorava nel quartiere Tamburi. Che significa? Che la mamma del piccolo che sarebbe nato lavorava in uno dei luoghi più esposti  all’inquinamento diretto d’Europa, tanto inquinato che a morire di tumore sarebbero stati non solo Lorenzo, ma anche sua madre e i nonni del piccolo. Papà Mauro sporse denuncia e la Procura assunse una linea di accusa per cui la morte prematura del piccolo era stata causata dalla presenza di numerosi corpi estranei tra cui ferro, acciaio, zinco, silicio e alluminio nel cervello del bambino. 

“La guerra è appena iniziata”, parla il legale del papà del bimbo stroncato da un tumore a 5 anni

E un primo passo di quella lunga e buona battaglia lo si è ottenuto proprio nel corso di una udienza preliminare decisiva, con la quale è stata ammessa la costituzione in parte civile in eventuale dibattimento del papà ed è stata resa nota la maxi richiesta di risarcimento. È lo stesso legale di famiglia a confermalo: “Alla fine ci siamo arrivati. La guerra è appena iniziata, ma la prima battaglia l’abbiamo vinta: sono state ammesse le costituzioni di parte civile. La strada è lunga ma, come diceva qualcuno, ‘no road is too long for the man who knows where he’s going’. Il prossimo 14 ottobre il gup deciderà in merito alla singolarità delle accuse contestate. 

Stroncato da un tumore a 5 anni, la battaglia buona per Lorenzo

La linea dei Sostituti Remo Epifani e Mariano Buccoliero è quella per cui gli indagati “consentivano la dispersione di polveri e sostanze nocive provenienti dalle lavorazioni delle aree: Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Acciaierie e Gestione Rottami Ferrosi dello stabilimento siderurgico, omettendo l’adozione delle misure di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali”. E tutto ciò avrebbe provocato a Lorenzo “una grave malattia neurologica”, dato che lo stesso “assumeva le sostanze velenose durante il periodo in cui era allo stato fetale”.