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Ciriani commenta la questione Superbonus: "Non si poteva più rinviare"

Superbonus Ceriani

La sospensione del Superbonus ha fatto molto discutere. Il ministro Ciriani ha spiegato: "Conti pubblici minacciati da una voragine di 110 miliardi".

La decisione di sospendere il Superbonus presa dal Governo di Giorgia Meloni è stata a lungo discussa in questi ultimi giorni. A seguito di ciò, l’esecutivo ha convocato i presidenti delle principali associazioni di categoria interessate da questo blocco, tra i quali il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi o ancora Federica Brancaccio, di Ance.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, sentito dal Tg Rai del Friuli Venezia Giulia, è intervenuto sulla questione: “Molti hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo, il governo Meloni ha dovuto scegliere, non si poteva rinviare”, ha spiegato a tale proposito.

Superbonus, Ceriani interviene sulla questione: “Hanno passato il cerino a quelli che venivano dopo”

Il ministro ha proseguito spiegando che ci sarebbe un problema non da poco a monte: “Alcune modifiche si potranno fare ma il problema è gigantesco, non poteva essere accantonato. I conti pubblici sono minacciati da una voragine di 110 miliardi di debito generati dal Superbonus. Questa è una questione dolorosa che andava affrontata”.

M5S: “110 miliardi di buco sono la menzogna del secolo”

Nel frattempo non sono mancate critiche da parte del Movimento 5 Stelle. Il capogruppo in commissione finanze della Camera, Emiliano Fenu, in un comunicato ha dichiarato senza troppi giri di parole: “I 110 miliardi di buco, che secondo il ministro Giorgetti e la premier Meloni sarebbe stato generato dal Superbonus e dagli altri bonus edilizi, sono la menzogna del secolo, appena riproposta anche dal ministro Ciriani”.

Infine ha osservato: “O siamo alle bufale o alle più clamorose dimostrazioni di incompetenza dei rappresentanti del Governo. Centodieci miliardi, infatti, altro non rappresentano che gli investimenti attivati attraverso i vari bonus edilizi, con uno ‘scostamento’ complessivo di 37 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali”.