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Donna uccisa in spiaggia da una ruspa, la storia si ripete: la novità dalle indagini

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Le indagini sull'uomo che, alla guida di una ruspa, ha provocato la mote di una donna hanno portato ad evidenze allarmanti

Si trovava su una spiaggia di Pinarella di Cervia, intenta a prendere il sole, quando una ruspa l’ha travolta uccidendola. A distanza di alcuni giorni dal decesso di Elisa

Spadavecchia, morta a 66 anni in quella che doveva essere una giornata di pace e relax in riva al mare in un periodo di vacanze con il marito, sono state portate alla luce importanti ed allarmanti evidenze sul conto dell’uomo che si trovava alla guida del mezzo pesante.

Le indagini sono state condotte su più fronti, anzitutto effettuando gli esami tossicologici ma anche andando a verificare il passato dell’uomo. E quanto emerso è a dir poco preoccupante: non è la prima volta infatti che l’uomo si trova in una situazione simile. Ecco che cosa è stato accertato dalle forze dell’ordine.

Uccisa da una ruspa in spiaggia: le novità da indagini ed esami tossicologici

L’uomo è stato sottoposto agli esami tossicologici il cui esito non ha lasciato ombra di dubbio: mentre si trovava alla guida della ruspa con la quale ha travolto la bagnante 66enne provocandone la morte il conducente era positivo alla cocaina. Durante l’interrogatorio l’uomo aveva smentito di aver utilizzato la sostanza stupefacente ma le successive analisi hanno reso più traballanti le sue dichiarazioni. Va sottolineato, in ogni caso, che la positività al test non va a confermare che l’uomo abbia assunto sostanze stupefacenti nelle ore immediatamente precedenti la tragedia. Ma non è tutto.

A distanza di poche ore dai funerali di Elisa Spadavecchia, alla presenza di numerosi amici e conoscenti oltre che del prefetto di Vicenza Filippo Romano, sono emerse ulteriori evidenze in merito all’uomo. Già nel 2022 in un incidente similare nel quale investì un 83enne venne trovato positivo alla cocaina non passando, anche in quell’occasione, il test tossicologico. Venne condannato per omicidio stradale aggravato dall’uso di cocaina a due anni e mezzo di reclusione in via definitiva e gli venne revocata la patente.

Nel corso dell’interrogatorio l’uomo ha dichiarato di essersi sentito autorizzato a fare dei lavori in spiaggia e, seppur con la patente revocata, di poter guidare quel tipo di mezzo. Dicendosi desideroso di scusarsi con i familiari della vittima. Inoltre ha negato di aver agito di sua iniziativa e di essere stato ingaggiato in nero dal titolare di uno stabilimento.