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Ucraina, Salvini a Palazzo Chigi: “Ho chiesto a Draghi lo stop dell’invio di armi a Kiev”

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Guerra in Ucraina: Salvini ha incontrato Draghi a Palazzo Chigi e ha chiesto al premier di interrompere l’invio di armi italiane a Kiev.

Incontro tra Draghi e Salvini a Palazzo Chigi. Al termine del colloquio con il premier, il segretario della Lega ha asserito di aver chiesto di interrompere l’invio di armi all’Ucraina da parte del Governo italiano.

Ucraina, Salvini a Palazzo Chigi: “Ho chiesto a Draghi lo stop dell’invio di armi a Kiev”

Nel pomeriggio di lunedì 16 maggio, il premier Mario Draghi e il segretario della Lega Matteo Salvini hanno avuto un incontro a Palazzo Chigi durato circa un’ora.

Al termine del confronto, lasciando Palazzo Chigi e rispondendo alle domande dei giornalisti sull’invio di armi in Ucraina, Salvini ha dichiarato: “Ho parlato di cessate il fuoco e di disarmo, dunque questi passano da uno stop di invio di armi, perché parlare di disarmo inviando armi…”.

Quando i cronisti gli hanno chiesto di riferire cosa gli avesse risposto il Presidente del Consiglio, il leader della Lega ha asserito: “Non riporto la parola di altri. Diciamo che due mesi e mezzo fa, quando votammo l’invio di tutti i tipi di aiuti all’Ucraina, c’erano certe condizioni. A quasi tre mesi dall’inizio del conflitto e decine di migliaia di morti, io sono convinto che ulteriori invii di armi allontanino la pace”.

In caso di voto su un nuovo invio di armamenti bellici, inoltre, Salvini ha sottolineato: “Arrivano comunicazioni, non sono previsti voti”.

Incontro Salvini-Draghi: “Si è parlato di pace in Ucraina, dopo tre mesi di guerra”

Nello specifico, rispetto al confronto avuto con il premier Mario Draghi, Matteo Salvini ha spiegato: “Si è parlato finalmente di pace, dopo tre mesi di guerra riuscire a parlare concretamente di pace, di cessate il fuoco, di salvare vite e anche posti di lavoro è qualcosa su cui non dormo la notte. Direi che rispetto ai toni bellicisti che c’erano da quasi tutti fino a pochi giorni fa, il fatto che il presidente Draghi sia andato a Washington a portare parole e progetti di pace, l’idea di un’Europa nuova – Italia, Francia e Germania – che metta al centro la pace e il disarmo e la salvaguardia dei posti di lavoro in patria è qualcosa su cui sto lavorando da più di due mesi e che inizia a vedere i primi frutti – e ha aggiunto –. Abbiamo parlato di come arrivare a un cessate il fuoco il prima possibile con un’Italia protagonista. Lasciamo ad altri venti e toni di guerra e noi facciamo l’Italia perché l’Italia è da sempre potenza di equilibrio, ovviamente alleata delle potenze e democrazie occidentali con equilibrio, prudenza, buonsenso e misura, questo dai tempi di Prodi, Berlusconi, Craxi, Aldo Moro. Quindi che l’Italia sia promotrice di un processo di pace e di cessate il fuoco mi rende orgoglioso”.

A proposito della fine della guerra, poi, il leader della Lega ha osservato: “Dai dati che ho a disposizione e che Draghi ha a disposizione, sia l’Ucraina che la Russia che la Comunità internazionale, l’Europa e l’Italia in primis, iniziano a essere stanchi del conflitto. Le due potenze in conflitto usano toni che si usano in guerra ma penso che nessuno dei due vincerà sul campo, chi lo pensa vive su Marte. La guerra finirà al tavolo dei negoziati, prima si apre più vite si risparmiano e più posti di lavoro si risparmiano: se la guerra va avanti, in Italia ci sarà una strage di posti di lavoro. Mi stupiscono i miei colleghi che parlano tranquillamente di armi come se nulla fosse”.

Riflessioni su embargo petrolio russo durante l’incontro tra Salvini e Draghi

Il segretario della Lega, poi, ha rilasciato alcune dichiarazioni anche sulla questione dell’embargo su petrolio e gas russo.

Rispondendo alle domande dei cronisti, infatti, ha affermato: “Bisogna vedere se fa più male alla Russia o se fa più male all’Italia e all’Europa, secondo i dati fa più male all’Italia e all’Europa, perché la Russia vende il suo gas e il suo petrolio alla Cina e all’Asia, e noi spegniamo i riscaldamenti e chiudiamo le aziende. L’embargo non fa male alla Russia ma all’Europa, lo dice il cancelliere tedesco non lo dice Salvini. È oggettivo che oggi l’Italia non è in grado di rimpiazzare il gas russo”.

Finlandia e Svezia della NATO

Rispetto alla richiesta di Finlandia e Svezia di entrare nella NATO, Matteo Salvini ha ribattuto: “Non decidono Salvini e Draghi dell’allargamento della Nato. Ci sono due Paesi che liberamente e sovranamente faranno le loro richieste. Diciamo che come qualche generale e ambasciatore di assoluto spessore sta commentando in questi giorni, prudenza e buon senso, in un momento di conflitto aperto e dialogo non ancora cominciato, dovrebbero guidare tutti i processi. L’importante è cercare quello che avvicina e non quello che allontana“.

Reddito di cittadinanza

Nel corso dell’incontro, Salvini ha rivelato di aver affrontato con il Presidente del Consiglio anche i problemi legati al reddito di cittadinanza.

Il segretario della Lega, infatti, ha asserito: “Il reddito di cittadinanza è uno strumento che va quantomeno corretto, c’è tanta gente che in Italia purtroppo non può lavorare e non può essere dimenticata, ma il problema è che il reddito di cittadinanza è uno strumento che alimenta il lavoro nero e incentiva chi non vuole lavorare ad andare anche nel mese di maggio da chi offre un posto di lavoro nel commercio, nel turismo, nell’agricoltura a dire: ‘vengo tre giorni in nero, non chiedermi un contratto altrimenti perdo il reddito’. Quindi ne parlerò domani con i sindacati, anche una sospensione del reddito di cittadinanza per permettere alla gente di lavorare e pagare le tasse è sacrosanta, sicuramente così com’è non funziona“.

Incontro Salvini-Draghi e guerra in Ucraina, la nota di Palazzo Chigi

In seguito all’incontro, Palazzo Chigi ha condiviso una nota ufficiale incentrata sulle tematiche affrontate durante il colloquio tra il premier Mario Draghi e il segretario della Lega Matteo Salvini, legate alla guerra in Ucraina.

Nella nota, è possibile leggere quanto segue:

“Il colloquio si è incentrato sulla recente visita negli Stati Uniti, nel corso della quale è stato riaffermato l’impegno dell’Italia per la pace attraverso il sostegno all’Ucraina, l’imposizione di sanzioni alla Russia, la rinnovata richiesta di un cessate il fuoco e dell’avvio di negoziati credibili.

Nel corso dell’incontro si è parlato anche delle conseguenze economiche e umanitarie del conflitto in corso, con particolare riferimento alla necessità di prevenire una crisi alimentare su larga scala e di proseguire lungo la strada dell’accoglienza ai profughi ucraini.

Sul fronte dell’energia, è stata condivisa l’importanza di un percorso che affianchi diversificazione delle fonti di approvvigionamento e investimenti sulle rinnovabili”.