Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avviato una causa legale per diffamazione nei confronti del New York Times, di quattro suoi giornalisti e di Penguin Random House, la principale casa editrice mondiale, richiedendo un risarcimento danni. Al centro della controversia ci sono articoli pubblicati dal quotidiano e il libro Lucky Loser, scritto da due reporter del giornale ma edito da Penguin.
Secondo Trump, tali contenuti sarebbero parte di una strategia mirata a screditarlo, portata avanti dal New York Times per diversi anni.
Trump chiede un risarcimento al New York Times: i protagonisti della vicenda
Tra i giornalisti citati in giudizio figurano Susanne Craig e Russ Buettner, noti per le loro inchieste finanziarie su Trump. Craig e Buettner, insieme a David Barstow (non coinvolto nella causa), avevano ricevuto il premio Pulitzer nel 2019 per aver smontato le dichiarazioni del presidente sulla propria ricchezza.
I due reporter hanno inoltre scritto Lucky Loser, che ricostruisce come Trump avrebbe gestito in modo discutibile l’eredità paterna. Altri imputati includono Peter Baker, corrispondente dalla Casa Bianca, e Michael S. Schmidt, esperto delle indagini giudiziarie su Trump e vincitore di due Pulitzer, di cui uno per i suoi reportage sulle indagini che coinvolgevano il presidente.
“Uno dei giornali peggiori e più degenerati nella storia del nostro Paese, divenuto un vero e proprio ‘portavoce’ del Partito Democratico di Sinistra Radicale”, scrive Donald Trump su Truth.
«Uno dei giornali peggiori della storia», Trump chiede 15 miliardi al New York Times
Questa azione legale segue una serie di denunce simili promosse da Trump contro grandi testate. A luglio, ad esempio, aveva citato in giudizio il Wall Street Journal, due suoi giornalisti e le società editoriali Dow Jones e News Corp, chiedendo oltre 10 miliardi di dollari per un articolo relativo a un biglietto osceno che avrebbe scritto a Jeffrey Epstein.
Anche altre cause, come quelle contro ABC News e Paramount per interviste elettorali con Kamala Harris, erano state concluse con risarcimenti multimilionari. Secondo Trump, il New York Times avrebbe pubblicato notizie false con l’intento deliberato di diffamarlo, continuando una campagna ostile che dura da decenni e rafforzando la sua narrativa secondo cui i media mainstream agirebbero come strumenti della sinistra radicale.
“Il Times ha utilizzato per decenni il metodo di mentire sul vostro Presidente preferito (IO!), sulla mia famiglia, sulla mia attività, sul Movimento America First, sul MAGA e sulla nostra Nazione nel suo complesso. Al New York Times è stato permesso di mentire, diffamare e calunniare liberamente per troppo tempo, e questo finisce ORA! La causa è stata intentata nel Grande Stato della Florida. Grazie per l’attenzione a questa questione. RENDIAMO L’AMERICA DI NUOVO GRANDE!”.