Gli ultimi giorni hanno visto il Mar dei Caraibi protagonista di un evento meteorologico senza precedenti: l’uragano Melissa, un ciclone tropicale di intensità storica, sta minacciando la Giamaica e le isole circostanti con venti fortissimi, piogge torrenziali e mareggiate distruttive. La rapidità con cui la tempesta si è intensificata mette in evidenza non solo la forza della natura, ma anche gli effetti sempre più marcati dei cambiamenti climatici sui cicloni tropicali.
Uragano Melissa: impatto sul territorio e monitoraggio delle traiettorie
L’uragano Melissa non rappresenta solo una minaccia per la Giamaica: il ciclone ha già provocato vittime e danni significativi ad Haiti e nella Repubblica Dominicana, con case distrutte, interruzioni idriche e strade ostruite da alberi sradicati. L’evoluzione eccezionalmente rapida dell’uragano è favorita dalle temperature del mare nei Caraibi e nell’Atlantico tropicale, superiori alla media e in grado di alimentare enormi quantità di energia al sistema.
Le previsioni indicano che dopo aver attraversato la Giamaica, Melissa si muoverà verso Cuba orientale e successivamente verso le Bahamas e le Turks e Caicos, indebolendosi gradualmente.
Le autorità internazionali e i servizi meteorologici invitano a monitorare costantemente le traiettorie aggiornate tramite piattaforme come il sito del NHC, i satelliti GOES-16 e GOES-19, e strumenti di previsione numerica per comprendere meglio l’entità delle piogge e delle mareggiate previste.
“Uragano di gravità storica”. Melissa terrorizza la Giamaica: alto potenziale distruttivo
L’uragano Melissa ha raggiunto livelli eccezionali, passando rapidamente da una tempesta di categoria 1 a un uragano di categoria 5 con venti che superano i 250 km/h, un’intensità mai registrata prima sull’isola.
Il National Hurricane Center prevede che la tempesta toccherà terra sulla costa meridionale giamaicana nelle prossime ore, generando mareggiate fino a 4 metri e precipitazioni torrenziali che potrebbero superare il metro di pioggia in alcune zone. Il centro ha inoltre segnalato che in Giamaica si prevedono gravi danni alle infrastrutture, blackout elettrici, interruzioni delle comunicazioni e l’isolamento di numerose comunità.
Gli ospedali pubblici hanno attivato protocolli di emergenza, sospendendo le attività ordinarie per garantire posti letto aggiuntivi, mentre le autorità hanno disposto evacuazioni obbligatorie nelle comunità costiere più vulnerabili e chiuso aeroporti e porti. Il governo ha anche attivato oltre 650 rifugi e invitato la popolazione a non abbandonare le proprie zone sicure, segnalando il rischio di frane, allagamenti e danni diffusi alle infrastrutture.