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Il Vaticano impugna il Concordato contro il ddl Zan: "La legge viola il Concordato, va modificata"

Concordato

Il Vaticano ha diramato una nota per esprimersi contro il Ddl Zan, spiegando che la legge viola l’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa.

Il Vaticano ha recentemente diffuso una nota ufficiale attraverso la quale si è pronunciato a sfavore del Ddl Zan, poiché il provvedimento legislativo rappresenta una violazione dell’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa.

Vaticano contro il ddl Zan: “La legge viola il Concordato, va modificata”

I partiti di centrodestra non sono l’unica realtà a opporsi al Ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia promossa dal deputato Alessandro Zan: in merito, infatti, si è espresso anche il Vaticano che ha ufficialmente e pubblicamente bocciato l’iniziativa.

Dopo aver esaminato il contenuto del Ddl Zan, la Segreteria di Stato della Santa Sede ha diramato una nota volta a dimostrare come la proposta di legge – attualmente sottoposta al vaglio della Commissione Giustizia in Senato – si configuri come una violazione di alcune specifiche misure espresse nell’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa.

L’intervento del Vaticano in un simile contesto rappresenta un unicum nella storia politica italiana: finora, la Santa Sedenon era mai intervenuta per porre il proprio veto rispetto a un provvedimento ancora in fase di approvazione né aveva, quindi, esercitato prima i privilegi previsti dai Patti Lateranensi, firmati per la prima volta nel 1929 e sottoposti a revisione nel 1984.

Vaticano contro il ddl Zan: la nota ufficiale della Segreteria di Stato

La pubblicazione della nota ufficiale sul Ddl Zan da parte della Santa Sede è stata comunicata all’ambasciata italiana di istanza nello Stato Pontificio del segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria, Paul Richard Gallagher. L’uomo, infatti, può essere descritto come una sorta di ministro degli Esteri del Pontefice.

Il documento è stato redatto come una “nota verbale”, ossia un messaggio formale non firmato, e segnala che “alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”.

L’accordo di revisione del Concordato è stato introdotto e siglato nel 1984 presso Villa Madama dal cardinale AgostinoCasaroli e dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi.

In particolare, il comma 1 dell’articolo 2 degli accordi di revisione citato dal Vaticano nella nota garantisce alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culti, di esercizio del magistero e del ministero episcopale”.

Il comma 3 dell’articolo 2, invece, affida “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Vaticano contro il ddl Zan: i commi 1 e 3 dell’articolo 2

In considerazione di quanto espresso ai commi 1 e 3 dell’articolo 2 dell’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa, quindi, il Ddl Zan è una violazione per il Vaticano in quanto rappresenta una minaccia alla libertà di organizzazione e di pensiero della comunità cattolica.

In particolare, per quanto riguarda la libertà di organizzazione, il provvedimento è lesivo per la Santa Sede poiché non esonera le scuole private dall’allestimento di eventi volti a celebrare la Giornata nazionale contro l’omofobia, che verrebbe istituita con il Ddl Zan qualora la legge venisse approvata.

La nota è stata depositata presso il gabinetto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella giornata di giovedì 17 giugno ma, sulla base delle informazioni rilasciate dal Corriere della Sera, la questione non sarebbe ancora stata sottoposta al premier Mario Draghi né al Parlamento.

Le regole associate all’accordo di revisione del Concordato tra Stato e Chiesa, in casi analoghi, prevedono che, in presenza di presunta violazione, si faccia ricorso alla “commissione paritetica”, che opera seguendo quanto disciplinato dall’articolo 14 e ha come obiettivo quello di trovare una “amichevole soluzione” tra i due enti coinvolti.

Ddl Zan, le proteste del Vaticano contro la legge

A proposito del Ddl Zan, è necessario sottolineare che il Vaticano si era già espresso in passato per contestare il contenuto della legge.

La Conferenza Episcopale, infatti, è intervenuta una prima volta nel mese di giugno 2020, ribadendo: “Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere goni comportamento violento o persecutorio”.

Successivamente, poi, sulla questione si è espresso anche il presidente Gualtieri Bassetti che, attraverso una nota ufficiale, aveva asserito: “Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza”.

Vaticano contro il ddl Zan: caratteristiche della legge

Il disegno di legge contro l’omotransfobia, noto come Ddl Zan, è stato approvato alla Camera il 4 novembre 2020 ed è stato intitolato “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.

La legge, composta da 10 articoli, prevede l’introduzione di pene massime che comprendono 18 mesi di reclusione o sanzioni pari a 6.000 euro da scontare da tutti coloro che fomentano o compiono casi di discriminazione.