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Yara Gambirasio, lettera di Bossetti: "Negato il diritto a difendermi, sono stato ignorato e calpestato"

Yara Gambirasio lettera Bossetti

Massimo Bossetti, condannato per l'uccisione di Yara Gambirasio, accusa in una lettera di essere stato ignorato e calpestato dalla giustizia.

Condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Bossetti scrive una lettera dal carcere dopo il respingimento da parte della Corte d’Assise di Bergamo di effettuare ulteriori accertamenti sui campioni raccolti durante le indagini: “Vorrei solo poter garantire di dimostare l’esatto contrario di ciò che dichiarano“. 

Yara Gambirasio: la lettera di Bossetti

Nel testo, trasmesso durante la puntata di Quarto Grado di venerdì 11 giugno, il muratore di Mapello ha voluto precisare la sua posizione ribadendo di non pretendere l’assoluzione ma almeno di potersi difendere: “Sono stato ignorato e calpestato, abbandonato da un importante diritto di difesa che qualunque singolo cittadino di questo Paese aspetterebbe di avere per potersi difendere“. 

Ciò che vorrebbe è che qualcuno si interfacciasse e gli spiegasse come possa difendersi senza dargli la possibilità e chiudendogli tutte le porte. “Non ho mai preteso di essere innocente, ma ho chiesto a gran voce di poter ripetere questo benedetto esame scientifico“, ha continuato. 

Questa giustizia, ha sottolineato Bossetti, non solo “mi ha completamente rovinato la vita” ma gli ha anche strappato e portato via quasi tutto e continua a logorarlo. Ad oggi, ha concluso, si trova continuamente scaraventato da una parte ad un’altra ed è come se si trovasse sull’orlo di un precipizio.