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Spagna, procura chiede il carcere per il governo catalano

Governo catalano

La Spagna richiede a gran voce la detenzione preventiva e senza cauzione per Puigdemont e il suo ormai destituito governo catalano. Stessa misura per tutti i ministri, accusati come lui di sedizione. Inclusi nella richiesta di detenzione anche gli otto membri del governo catalano che stamane sono st...

La Spagna richiede a gran voce la detenzione preventiva e senza cauzione per Puigdemont e il suo ormai destituito governo catalano. Stessa misura per tutti i ministri, accusati come lui di sedizione. Inclusi nella richiesta di detenzione anche gli otto membri del governo catalano che stamane sono stati interrogati dal magistrato; si sarebbero infatti rifiutati di rispondere alle domande. Intanto il presidente destituito è ancora in Belgio e non si è presentato. Il rischio per lui è che venga diramato un mandato di arresto europeo. Migliaia le persone scese in piazza a Barcellona in segno di protesta.

Governo catalano nei guai: detenzione preventiva per tutti

Si è dunque giunti al momento clou delle vicende spagnole, che stanno tenendo con il fiato sospeso tutti gli appassionati di politica estera. La procura spagnola ha infatti richiesto alla giudice Carmen Lamela della Audiencia Nacional, di decidere la detenzione preventiva, senza cauzione per tutti i membri del Governo catalano. Gli stessi sarebbero accusati, a vario titolo di “ribellione”. Unica eccezione è rappresentata dall’ex ministro Santi Villa, dimessosi il giorno prima della dichiarazione di indipendenza. Questo è quanto riferisce al momento Tv3, il canale più seguito della Televisió de Catalunya.

Stando alle fonti giudiziarie, il procuratore avrebbe chiesto il carcere per l’ex vicepresidente Oriol Junqueras e gli ex ministri Jordi Turull (Presidenza); la lista prosegue con Josep Rull (Territorio), Meritxell Borras (Goberno), Raul Romeva (Esteri), Carles Mundò (Giustizia), Dolors Bassa (Lavoro) e Joaquim Forn (Interno). I suddetti sono comparsi quest’oggi davanti all’Audiencia Nacional. Secondo quanto trapelato, tutti gli ex membri del destituito governo catalano si sono rifiutati di rispondere alle domande. E, ancora una volta sarebbe solo Santi Villa ad aver parlato per una quarantina di minuti. A lui è stato concesso il rilascio in libertà condizionata.

Proteste a Barcellona in favore del governo catalano

Guai in arrivo anche per Carles Puigdemont, che da lunedì si trova in Belgio insieme ad altri quattro ex consiglieri-ministri, come vi abbiamo già raccontato stamane. Egualmente agli altri, su Puigdemont potrebbe presto gravare un un ordine di arresto europeo. Così ha dichiarato in mattinata Carlos Lesmes, presidente della Corte Suprema spagnola, definendo il procedimento “ la normale procedura“. Frattanto, migliaia di catalani si sono concentrati in tutto il paese, sotto mezzogiorno. Davanti ai luoghi di lavoro, hanno tenuto un minuto di silenzio all’appello delle organizzazioni della società civile indipendentista. Scopo era quello di protestare contro il “processo politico” avviato contro il Governo. Un altro nugolo ben nutrito di persone si è invece riunito sotto al Palazzo della Generalitat a Barcellona. Al grido di “Puigdemont è il nostro Presidente“, o “Libertat!“, hanno cantato all’unisono l’inno di Els Segadors.

Ma Madrid procede imperterrita. La Guardia Civil, verso le 10 ha fatto ingresso nuovamente nel commissariato dei Mossos d’Esquadra a Lleida, in Catalogna. Obiettivo: cercare informazioni in qualche modo legate al referendum sull’indipendenza del primo ottobre. E proprio i Mossos hanno confermato che alcuni agenti in borghese si siano presentati nella struttura allo scopo di raccogliere nuovi documenti, legati alle comunicazioni del giorno delle votazioni. Ricordiamo che lo scorso 19 ottobre la Guardia Civil aveva già setacciato il commissariato per ben 11 ore. Una vicenda, quella della Catalogna che siamo certi sia destinata a scrivere nuovi capitoli di storia spagnola. E che ci ricorda che possano anche passare i secoli, così come cambiare gli scenari politici e i bisogni della gente…ma lo spirito d’indipendenza d’un popolo, quello assolutamente no.