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Imprenditore 39ennne muore di tumore: lascia l'azienda ai suoi dipendenti

andrea comand

Incredibile gesto di un imprenditore 39enne della provincia di Udine: morto di tumore, ha diposto che la sua azienda venisse interamente ceduta ai cinque dipendenti

Avere la consapevolezza che non vi sono più speranza ma decidere di compiere un’ultima azione che riempia di emozione. E’ quanto fatto da un uomo di 39 anni, imprenditore friulano, che ha deciso di lasciare la sua intera azienda in dono ai dipendenti. Andrea Comand viveva a Mortegliano, in provincia di Udine: una vita normale, guardando alla crescita della sua attività e con essa dei dipendenti che vi lavoravano; poi, improvvisamente si è ammalato di tumore e tutto è cambiato per il giovane che nel 2011 aveva avviato un’officina con cinque dipendenti.

Quando ha capito che la malattia aveva avuto la meglio e che nulla avrebbe potuto fare per rimanere in vita, ha dunque preso una decisione incredibile: donare l’intera azienda, chiusa da Ferragosto, ai lavooratori che oggi, come riportato sul quotidiano Messaggero Veneto, ha riaperto i battenti riprendendo l’attività. Comand ha infatti disposto che dopo la sua morte, avvenuta nel mese di luglio, venisse disposto di cedere le quote e l’intera proprietà dell’attività ai cinque dipendenti, una scelta bellissima che in poche ore da quando è stata resa nota sui giornali ha fatto il giro del paese. Gli stessi lavoratori hanno accolto questa decisione con una lettera, pubblicata sul medesimo quotidiano che ha dato la notizia, nella quale hanno voluto esprimere il loro ringraziamento al 39enne.

La lettera dei dipendenti diventati proprietari dell’officina nella quale lavoravano

Una decisione che i lavoratori hanno accolto con una lettera di ringraziamento, pubblicata sullo stesso quotidiano. “Come sempre – hanno scritto Dorina Bulfoni, Andrea Benvenuto, Andrea Cuzzolin, Giuliano Fabro e Simone Zanin – ci ha spiazzati con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti, impegnativi ma fatti con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze. Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia.

Il nostro motto è stato sempre quello: ‘Non lasciamolo solo ma stiamogli accanto come una famiglia’. Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato ma soprattutto per fargli ‘vedere’ che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia”. I dipendenti, insomma, intendono far vivere il suo sogno in modo che l’attività cresca e abbia sempre più successo, proprio come Andrea avrebbe voluto.