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Inserimento rom nella politica italiana: il governo pronto a stanziare fondi?

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Pare che sia stato emanato un bando per cercare progetti che propongano l'integrazione politica e sociale dei rom in Italia.

L’iniziativa del governo

Il 24 luglio è stato emesso un bando di gara dal governo, finanziato con soldi provenienti dall’Unione Europea. L’idea è quella di trovare un progetto valido per l’inserimento dei rom nella vita politica italiana. L’iniziativa aderisce alla Strategia nazionale di inclusione dei Rom, che è partita proprio dall’Unione Europea. Di conseguenza l’Unar, Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali, sotto le direttive del ministro Maria Elena Boschi, ha emanato il bando con un budget di più di 475.400 euro. L’intento è finanziare progetti, presentati dai comuni più grandi e importanti d’Italia, che aiutino i rom a partecipare e a integrarsi nella vita sociale e politica italiana. I rom, perciò, sono invitati a integrarsi di più con gli italiani e quest’ultimi sono invitati ad accoglierli.

In tutta Italia

I progetti saranno presentati da tutta l’Italia, in particolar modo dalle grandi città, che più sentono il problema delle comunità rom. Milano, Roma, Catania, Bari, Genova, Cagliari, Messina, sono solo alcune delle grandi città che inizieranno a pensare come coinvolgere i rom nella società italiana. I problemi e gli scontri con la comunità rom derivano proprio dalla mancata integrazione delle popolazioni nomadi nel tessuto sociale e politico italiano. La spinta che viene dal governo porta a voler superare i pregiudizi e i problemi che si sono avuto fino a questo momento. E’ ormai credenza comune che i rom rubino per sopravvivere e che non intendano minimamente integrarsi con nessuna società costituita. In alcuni piccoli nuclei è probabile che resista ancora una mentalità simile, ma recentemente abbiamo assistito a diversi tentativi di integrazione anche da parte di popolazioni prevalentemente nomadi. Bambini rom nelle scuole italiane e rom in cerca di case stabili in Italia dovrebbero esserne la dimostrazione.

Le polemiche

Il concorso termina l’11 settembre e i progetti che devono essere presentati devono essere “Piani di azione locale” e devono “promuovere la parità di trattamento, l’inclusione economica e sociale e il coinvolgimento delle Comunità nella società.” Non tutti sono stati entusiasti dell’iniziativa. Alcuni hanno pensato a un uso improprio dei fondi dell’Unione Europea, pensando alle comunità rom come gruppi di persone che non intendono integrarsi e che vogliono continuare a tenere uno stile di vita sregolato. Inoltre alcuni hanno visto questo bando come una ricerca affannosa di altri votanti e altri sostenitori per il governo in carica. Ma i progetti, almeno per quanto il bando dice, non dovranno riguardare solo l’inserimento in ambito politico dei nomadi, ma anche in quello lavorativo e più semplicemente sociale e umano. C’è comunque da aspettare la fine del concorso per vedere quanti progetti verranno presentati e se saranno davvero indirizzati all’inclusione totale delle varie comunità. Un’integrazione a uso esclusivo politico sarebbe un fallimento in ogni caso.

(Altri casi italiani: “Terremoto a Ischia: estratti vivi anche due bambini di 7 e 11 anni“)