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Ius soli, Gentiloni ribadisce il suo impegno

Ius soli

Il premier Gentiloni conferma le sue intenzioni riguardo lo Ius soli dopo lo stop del Senato. Intanto continuano le tensioni all’interno del Pd.

Il dibattito parlamentare sullo Ius soli, la proposta di legge per dare cittadinanza a chiunque sia nato e cresciuto su suolo italiano, si fa sempre più accesso e pressante. Dopo il deciso stop da parte del Senato e le parole del presidente del Pd Matteo Orfini sull’urgente questione della fiducia, il premier Paolo Gentiloni non si arrende. Anzi ha rincarato la dose al termine dell’incontro bilaterale tenutosi a Corfù con il primo ministro greco Tsipras. “Non devo ricordare quando inizia e finisce l’autunno. Siamo ancora in estate e l’impegno che abbiamo descritto rimane. È un lavoro da fare.” ha dichiarato il nostro premier.

Clima sempre più teso all’interno del Pd

Dopo le accuse mosse dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio a Matteo Renzi sulla necessità di portare avanti il progetto di legge, all’interno del Partito democratico rimane alta la tensione. Soprattutto perché bisogna fare i conti con coloro che si dichiarano fedeli alleati del governo e della maggioranza. Ma anche con chi, come Alternativa popolare, già dice no alla fiducia. Maurizio Lupi ha infatti definito “stucchevole” la serie di problemi sorti all’interno del Pd. Ha dichiarato che Orfini deve “mettersi il cuore in pace. La richiesta di fiducia spetta al Presidente del Consiglio. E il Consiglio dei Ministri è un organo collegiale nel quale i ministri di Ap non daranno mai l’assenso alla fiducia”. Anche Pier Luigi Bersani, al comando del Movimento democratico e progressista, lancia la sua stoccata. Riafferma infatti che senza il voto sullo Ius soli si valuterà caso per caso. Di conseguenza, non sarà così scontato nemmeno il sostegno al Def.

L’augurio della Boldrini

A proposito del voto sulla cittadinanza arriva anche un monito dal Presidente della Camera Laura Boldrini: “Il provvedimento è nell’altro ramo del Parlamento e aspettiamo di capire gli sviluppi. Ma penso sia molto atteso da giovani che sono nati in Italia e sono a tutti gli effetti italiani, giovani che vanno a scuola con i nostri figli e dei paesi dei loro genitori non conoscono neanche la lingua”. La Boldrini conclude con: “Credo sia conveniente per tutti farne dei buoni cittadini”. Il disegno di legge quindi continua e continuerà a far discutere ancora per molto il panorama politico italiano. Sembra proprio che la proposta sulla cittadinanza possa trasformarsi in un casus belli. Uno spunto per la nascita di discussioni governative, sociali ma anche di carattere politico nazionale e internazionale.