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Libia: funzionari dell'Onu rapiti da Al Qaida

funzionari dell'Onu

In Libia sette funzionari dell'Onu sono stati rapiti da degli uomini armati, riconosciuti come appartenenti a un gruppo affiliato ad Al Qaida.

Il rapimento

In serata è stata diffusa la notizia di sette funzionari dell’Onu rapiti in Libia da un gruppo di uomini armati. La notizia è stata diffusa inizialmente dall’agenzia egiziana Mena, che a sua volta prendeva la notizia da Sky News. I funzionari dell’Onu stavano viaggiando tutti nello stesso convoglio, che è stato attaccato dagli uomini armati. Il gruppo ha colpito a Zawiyah, a 50km a ovest di Tripoli. I sette funzionari dell’Onu facevano tutti parte dell‘Unsmil, la missione delle Nazioni Unite in Libia. Non si è saputo come il gruppo armato abbia fatto a conoscere i movimenti dei funzionari dell’Onu o perché ha deciso di colpire proprio loro. Sky News ha riconosciuto il gruppo di uomini armati come appartenente ad Al Qaida: degli uomini del posto affiliati al gruppo più grande.

Il rilascio

Per fortuna, a poche ore dal sequestro dei sette funzionari dell’Onu, è stato già possibile ottenere il rilascio. Secondo fonti locali, i sette funzionari dell’Onu rilasciati viaggiavano in una compagnia composta da elementi di diverse nazioni. Secondo le fonti locali, infatti, nella scorta di ritorno c’erano un americano, due svedesi, due giordani, un gruppo addetto alla sicurezza di provenienza romena e alcuni libici. Non si conoscono ancora la causa del rapimento lampo né, di conseguenza, come è stato possibile rilasciarli in così breve tempo. E’ probabile che l’allarme sia stato dato immediatamente e perciò è stato subito allestito un negoziato col gruppo di affiliati di Al Qaida. E’ probabile anche che, avvenuto il rilascio, si stiano cercando ulteriori informazioni sul gruppo di libici che ha sequestrato – anche solo per breve tempo – i funzionari dell’Onu.

Ulteriori sviluppi

Diversamente da altri rapimenti che, purtroppo, si sono prolungati per molto tempo, questo sequestro opera di Al Qaida ha trovato presto una soluzione. Il nostro mondo è ultimamente scosso da numerosi attentati e la paura dei terroristi è diventata comune come quella di un incidente d’auto. La Libia, tra l’altro, è uno dei paesi più pericolosi, sia per i conflitti interni che per l’interesse di altre nazioni. Si attendono, perciò, ulteriori sviluppi sul caso, di modo da poter ascrivere con certezza il sequestro a un’azione blitz di Al Qaida o a un tentativo di intimidazione di un altro gruppo terroristico. La popolazione della Libia vive lo stesso pericolo vissuto in questa occasione dai funzionari dell’Onu: in un paese di guerra non si può mai prevedere quando la situazione, da pericolosa com’è, possa precipitare ulteriormente. Tenere sotto controllo ogni azione fatta sul territorio, anche se finita miracolosamente bene come questa, serve a creare una mappa completa dei vari spostamenti e farsi un’idea delle azioni future. Nella giornata di domani probabilmente sarà possibile ricevere degli aggiornamenti.

(Un’altra storia riguardante le forze armate dall’Oriente. Vedi “Festa di addio del kamikaze: cintura esplode per errore, 12 i morti“)