Franco Avanzini Milano, città sempre molto movimentata, con la sua popolazione che la vive in maniera piena sfruttandola nel miglior modo possibile. Gente che va e gente che viene, Stazione Centrale con molti treni che arrivano e partono portando quotidianamente una miriade di volti, l’uno diverso dall’altro. E anche le metropolitane milanesi non fanno eccezioni. Giornalmente sono “visitate” da moltissime persone.
La MM3 (detta anche la linea gialla) collega la stazione Comasina a San Donato per una lunghezza di 17,1 chilometri. E’ in funzione dal 2003 e negli ultimi tempi ha cisto la nascita di due nuove fermate, Affori FN e appunto Comasina. Quello che è successo però ha avuto dell’incredibile seppur con un esito finale per fortuna positivo.
Una madre infatti ha abbandonato il proprio bambino andandosene via proprio grazie ad un convofglio che circola sulla linea delle Metropolitane Milanesi 3. Il neonato, perchè di tale persona stiamo parlando, di carnagione scura, è stato lasciato su di un seggiolino di quelli tondi vicino ad un muro all’interno della fermata della metro posta nei pressi della centrale stazione che si trova in Piazza Repubblica.
Per fortuna un sottufficiale della Guardia di Finanza ha notato il fagottino e, quando si è accorto che si trattava di un neonato, ha subito lanciato l’allarme. Sono intervenute così le Forze dell’Ordine, Polizia e Carabinieri oltre al personale medico che hanno constatato lo stato di salute del neonato.
Diciamo subito che le condizioni del ragazzino sono buone. In più c’è da dire che la madre, probabilmente colta da rimosrso per l’abbandono del proprio figlio, è tornata sui suoi passi nel tentativo di andarselo a riprendere dopo circa una mezzora. Arrivata sul posto però ha visto lo stuolo di persone attorno al corpo del neonato nel mentre gli stavan prestando le cure del caso.
Madre e figlio stavano alla fine entrambe bene anche se una conseguenza comunque c’è stata: la Polmetro infatti ha segnalato il fatto all’autorità giudiziaria a causa dell’abbandono del minore.
