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Niente diritto all'oblio per l'ex terrorista

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Il Garante per la privacy, analizzata la richiesta, ha risposto in modo inequivocabile: niente diritto all'oblio per l'ex terrorista. L'uomo, negli anni Settanta, è stato un terrorista e si è rivolto all'Autorità per chiedere la cancellazione dal web di alcuni dati che lo riguardavano. Il Garant...

Il Garante per la privacy, analizzata la richiesta, ha risposto in modo inequivocabile: niente diritto all’oblio per l’ex terrorista.

L’uomo, negli anni Settanta, è stato un terrorista e si è rivolto all’Autorità per chiedere la cancellazione dal web di alcuni dati che lo riguardavano. Il Garante ha privilegiato l’interesse pubblico.

Fra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo, il protagonista di questa vicenda è stato un terrorista. È stato al centro di alcuni gravi fatti di cronaca e aveva finito con l’essere arrestato e condannato.

Uscito dal carcere nel 2009, l’uomo si è rivolto prima a Google e poi al Garante per chiedere la cancellazione di indirizzi e suggerimenti di ricerca relativi ad articoli e atti processuali che lo citavano come protagonista. La permanenza sul web di tali contenuti, ha sostenuto, lo danneggiava sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista professionale.
Il Garante ha però ritenuto non accoglibile la richiesta. I reati di cui si tratta sono “particolarmente gravi” ha spiegato l’Autorità, “e rientrano fra quelli indicati nelle linee guida sul l’esercizio del diritto all’oblio adottate dal gruppo di lavoro dei garanti europei nel 2014”.

Inoltre, le informazioni in esame “hanno ormai assunto una valenza storica, avendo segnato la memoria collettiva” e, pertanto, è da considerare “prevalente l’interesse del pubblico ad accedere alle notizie” rispetto al diritto all’oblio del singolo cittadino.