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Referendum: Matteo Renzi si presenta a votare senza il documento d'identità

Referendum: Matteo Renzi si presenta a votare senza il documento d'identità

Per votare servono sia la tessera elettorale che il documento di identità. Questo lo sanno tutti, ad eccezione di Matteo Renzi. La tessera elettorale si sa che attesta la regolare iscrizione del cittadino nelle liste elettorali del proprio comune di residenza. Essa contiene tutti i dati anagrafici...

Per votare servono sia la tessera elettorale che il documento di identità. Questo lo sanno tutti, ad eccezione di Matteo Renzi.

La tessera elettorale si sa che attesta la regolare iscrizione del cittadino nelle liste elettorali del proprio comune di residenza. Essa contiene tutti i dati anagrafici del titolare, il luogo di residenza, il numero e sede della sezione alla quale l’elettore è assegnato, il collegio e la circoscrizione di appartenenza in ciascun tipo di elezione, ed è valida per 18 elezioni.

Insieme alla tessera elettorale, l’elettore deve presentare obbligatoriamente anche un documento di identità emesso da una pubblica amministrazione, in corso di validità e provvisto di foto che assicuri la precisa identificazione del votante.

Ma per Renzi questi sono solo dettagli, dettagli non importanti: “Io so io, e voi…”. Per la performance di Matteo Renzi di questa mattina al seggio elettorale di Pontassieve viene in mente il mitologico Marchese del Grillo. Già, perché alle urne, per votare al referendum costituzionale su cui si gioca il futuro politico, il premier si è presentato senza i suoi documenti personali. Renzi è infatti arrivato all’istituto De Amicis di Pontassieve insieme alla moglie Agnese intorno alle 10.30 del mattino e si è rivolto agli scrutatori: “Non ho il documento, spero di essere riconosciuto…“. Il presidente del consiglio è poi entrato nella sezione numero tre ed ha votato salutando il presidente e gli scrutatori. Renzi ha chiesto ad uno degli scrutatori come sta andando?, riferendosi all’affluenza.

E sì, in effetti è stato riconosciuto e gli è stato permesso di votare. Ovvio, è pressoché impossibile non riconoscere il premier, ma gli si ricorda che per poter votare è obbligatorio, per legge, il presentarsi al seggio elettorale con un documento d’identità valido, cosa che lui non ha fatto, e di cui se n’è altamente fregato.

Dopo il voto il premier si è concesso qualche istante davanti all’obiettivo dei fotografi. Dunque ha interrotto il siparietto affermando: “Dai ragazzi, che sennò quelli che aspettano in fila votano tutti no”. Una stretta di mano, un “buon lavoro” e via. Sempre senza documento d’identità.

Una folla di giornalisti, fotografi e cameramen lo aspettavano alla sezione elettorale n.3 di Pontassieve, dove il premier Matteo Renzi ha votato stamani, attorno alle 11.
Renzi, accompagnato da moglie e figli, ha atteso quindi in coda per una decina di minuti per poter prendere la scheda, senza documenti. Nessuna dichiarazione, molti selfie con le persone fuori dal seggio e un siparietto con una elettrice che gli ha chiesto: “Presidente, ha già deciso come vota?”. E Renzi, scherzando, “Beh, ora ci penso…”. Il premier si è poi informato su come stesse andando l’affluenza e, quando uno scrutatore gli ha risposto che era in linea con quella delle elezioni europee, ha commentato sorridendo: “Allora va bene”.

Proprio a Pontassieve l’affluenza alle 12 è stata del 26,23%, a Rignano sull’Arno del 25,66%: entrambe più alte della media toscana (22,17%) e della provincia di Firenze (24,92%).

Alle 12, a cinque ore dall’apertura delle urne, sono arrivati i primi dati sull’affluenza: hanno già votato oltre il 20,14% degli elettori nel terzo referendum costituzionale della storia della Repubblica, dopo quelli del 2001 e del 2006.

Ferrara è invece la città dove si registra l’affluenza più alta, e con il 27,12% supera Bologna, al 27,02. Milano si ferma al 22,79, Firenze al 26,60, Roma al 19,9 e Napoli al 14,97. Fanalino di coda, tra tutte le città italiane, è Agrigento, in Sicilia, con il 10,71%. Sul fronte delle regioni, l’Emilia Romagna è al 26 per cento, mentre in coda, a pari merito, ci sono la Sicilia e la Calabria con il 13.02 per cento di affluenza. In generale, secondo quanto emerge dai dati dell’Interno, al Sud sono meno gli elettori che si stanno recando al seggio. Un’affluenza massiccia, soprattutto al nord, se si pensa che all’ultimo referendum, quello per le trivellazioni in mare, nell’aprile scorso, andò alle urne alle ore 12 l’8.35% degli italiani mentre il referendum per la modifica del Titolo V nel 2001 vide la partecipazione, a mezzogiorno, solo del 7,8% e il referendum costituzionale del 2006 sulla devolution alle 12 vide andare alle urne il 10,1% dei votanti.