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Rogo al Matitone, falsi collaudi e negligenze

Matitone

In sei persone verso il processo che vede la prima causa del rogo scoppiato 3 anni fa al Matitone a causa di un mozzicone di sigaretta non spento, parla il pm

A quasi tre anni dall’incendio che distrusse la Direzione mobilità in via di Francia 3, la Procura chiede il rinvio a giudizio per sei persone. Persone, potenzialmente responsabili sulla dinamica dell’evento.

La causa dell’evento continua ed essere non altro che una sigaretta spenta male. Tanti, difatti, i mozziconi ritrovati dai pompieri proprio all’undicesimo piano del Matitone.

Matitone, disastro sfiorato

Il rogo che incenerì un intero piano dell’edificio, poteva diffondersi voracemente anche per la negligenza di chi, allora, era presente. Tra gli indagati il dirigente pubblico Francesco Pellegrino, 60 anni, con l’accusa di non avere adottato misure idonee a prevenire quanto è accaduto e a tutelare i lavoratori.

Poi Carlo Petronio, 50 anni, tecnico incaricato del progetto del sistema antincendio… Il divieto di fumo? Purtroppo questo non è servito per fare da deterrente per coloro che per lavoro o altro trascorrevano il tempo lì.

Sotto inchiesta proprio per la mancata sicurezza, Giovanni Dello Russo nonché incaricato dalla Colombo Service srl ossia la ditta che aveva l’appalto per la vigilanza e la custodia del palazzo, e Ferdinando Pessina ovvero il professionista incaricato per la gestione tecnica dell’edificio.

Per le procedure decisamente poco chiare, nel mirino anche Fabio Bracci nonché responsabile di commessa di Manuntecoop Facility Management Spa – società appaltatrice incaricata della manutenzione e della condizione degli impianti tra cui, basilare, l’impianto idrico-antincendio -.

Secondo il pm Sabrina Monteverde il reato di colpa è dovuto dice: “La negligenza in primis dovuta prevalentemente a imprudenza, imperizia, inosservanza delle norme per la prevenzione degli incendi”.

Una ipotesi che si sta facendo larga strada tra le molteplici inosservanze è in relazione a un collaudo falso di cui risponderà per ruolo professionale Petronio: “Nelle certificazioni di verifica e collaudo dell’impianto antincendio niente di veritiero – aggiunge Monteverde -, le fiamme divampavano in data 15 dicembre 2014 subito dopo le 20.

I danni causati dall’incendio furono grevi. A causa della mancata tempestività del piano di emergenza. Con un ritardo stimato di più di 30 minuti. Così come per ciò che riguarda il mancato funzionamento dell’impianto idrico.

Tutto questo ha dimostrato la grave negligenza nella corretta esecuzione della manutenzione”.

Dunque, un “inferno di cristallo” sfiorato all’undicesimo piano del Matitone, sede di numerosi uffici comunali. Allora fu evacuata la centrale operativa dei vigili urbani, al decimo piano, perché invasi dal fumo.

Sul posto intervennero le squadre dei vigili del fuoco e mezzi del 118. Fortunatamente al momento del rogo non furono presenti persone all’interno degli uffici evitando feriti e intossicazioni da fumo. Difatti, il rogo che avrebbe potuto produrre almeno l’85% di danni in meno all’edificio fu grazie all’intervento repentino dei vigili del fuoco, nonostante la segnalazione che fu fatta mezzora dopo. E non certo per la lunga catena di errori e mancanze della sicurezza della propria ditta che, molto prbabilmente si trovava in “un fuori servizio” non del tutto corretto in stato di emergenza così evidente.

Uno scandalo, quindi, tenuto sotto il tappeto per anni ma che vuole vedere una luce di giustezza per le numerosi responsabilità di persone che potevano davvero essere tutta la vita in colpa per una tragedia. Tragedia, che è stata evitata davvero per un soffio.

I prossimi giorni saranno decisivi per confermare o meno un rinvio al giudizio dei sospettati da parte del giudice Carla Pastorini.