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Stupro di Firenze, emerge buco di unʼora nei racconti dei due Cc

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C'è un buco di circa un'ora nel racconto dei due carabinieri accusati del presunto stupro di Firenze, in cui non si sa di preciso cosa abbiano fatto

Per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti sul presunto stupro di Firenze ci sono ancora diversi punti da chiarire. Infatti, nel racconto dei due carabinieri ci sarebbe un buco di circa un’ora in cui non si sa di preciso cosa abbiano fatto.

Stupro di Firenze, ancora diversi punti da chiarire

Nonostante anche il secondo carabiniere sia sia presentato spontaneamente in Procura, ci sono ancora diversi aspetti da chiarire per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti su ciò che è avvenuto per il presunto stupro di Firenze.

Nel racconto dei due carabinieri, infatti, ci sarebbe un buco di circa un’ora in cui non si sa di preciso cosa abbiano fatto. Potrebbero aver chiesto aiuto ad alcuni colleghi o potrebbero aver ripulito l’auto dalle prove.

Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, sembra che i due carabinieri, dopo essere usciti dal palazzo delle due ragazze americane, abbiano fatto perdere completamente le loro tracce. La loro auto, infatti, è rimasta ferma sotto l’appartamento delle vittime fino alle 3.13. Almeno secondo quanto dimostrato dalle telecamere di sorveglianza.

Da quel momento la macchina va via e non si sa più nulla fino al momento in cui nelle relazioni di servizio si parla di un posto di blocco, effettuato intorno alle 4, più o meno al termine del servizio. A questo punto, gli investigatori stanno cercando di capire cosa sia successo realmente in cui l’ora di buco da quando sono usciti dal palazzo fino a quando hanno effettuato il posto di blocco.

In ogni caso, la posizione dei due carabinieri è decisamente pesante. Ed è stata ulteriormente aggravata a causa della lunga lista di violazioni effettuate. Tra cui quella di aver fatto salire su un’auto di servizio un civile, cambiando il percorso senza informare la Centrale e senza ricevere l’autorizzazione. Tra le altre violazioni c’è stata anche quella di non aver riportato nella relazione di servizio i cambiamenti di percorso che sono stati effettuati.

La versione del secondo carabiniere

Come accennato in precedenza, anche il secondo carabiniere accusato del presunto stupro di Firenze si è presentato in Procura fornendo la sua versione dei fatti.

Nella sua testimonianza, l’appuntato ha dichiarato che il loro è stato un errore, ma ha cercato di spiegare cosa è realmente successo: “Sono state le ragazze a invitarci, hanno insistito perché salissimo a casa”. Una versione che conferma quella fornita dal primo carabiniere, che quando si presentò in Procura aveva parlato di “rapporto consenziente” con le due ragazze americane.