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13enne suicida a Napoli, l'ufficiale dei Carabinieri: "Se allevi conigli non puoi pretendere leoni"

13enne suicida a napoli

Si suicida a 13 anni dopo le minacce dei bulli, ma l'ufficiale dei Carabinieri del caso, di Napoli, da la colpa ai genitori che non l'hanno educato.

Un ragazzo di 13 anni si suicida in provincia di Napoli a causa delle minacce dei bulli, ma l’ufficiale dei Carabinieri incolpa chi lo ha educato e cresciuto.

Ragazzo di 13 anni morto suicida nel napoletano

Un ragazzo di 13 anni si è suicidato gettandosi dal quarto piano della sua abitazione a Gragnano, comune di circa 30mila abitanti in provincia di Napoli.  

Il ragazzo aveva ricevuto messaggi di insulti da sei persone, 5 minorenni e un maggiorenne, e anche minacce vere e propria: «Ti devi ammazzare, buttati giù» gli scrivevano. E alla fine ha ceduto. La prima ipotesi era quella di una caduta accidentale, ma l’addio scritto alla fidanzata poco prima dell’accaduto fa propendere per il gesto volontario.

Le dichiarazioni shock dell’uficiale dei Carabinieri: “Non è colpa loro”

Sul caso si è espresso pubblicamente anche Antonino Briguglio, il coordinatore delle attività sportive della Scuola Ufficiali dei Carabinieri, che ha laciato un commento privo di tatto sull’accaduto tramite un post su Linkedin:

«Se allevi conigli non puoi pretendere leoni. Il problema con un bullo si risolve da sempre dimostrandogli che non hai paura di lui. […] magari la colpa è quindi di chi non ha saputo far crescere adeguatamente quel ragazzino».

Parole dure che fanno risalire la colpa del gesto del 13enne ai genitori in primis, e poi a tutte quelle figure che hanno contribuito all’educazione del giovane.