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Accise: cosa sono, quando sono state introdotte, perché le paghiamo

Cosa sono le accise e perché le paghiamo

Terremoti, missioni all'estero, disastri ed eventi di crisi da finanziare, accise: cosa sono, quando sono state introdotte, perché le paghiamo

Accise, cosa sono, quando sono state introdotte, perché le paghiamo: sono tutte domande legittime in un momenti in cui da un punto di vista economico ed anche politico le stesse sono così rilevanti. Cominciamo con il dire che sono 18 ma che sono state accorpate dal 1995 in una sola imposta indifferenziata che serve a finanziare il bilancio italiano ma senza attingere più alle originali motivazioni per cui vennero istituite. Cioè?

Accise: cosa sono e perché le paghiamo

Le accise sui carburanti sono dei tributi con sui lo Stato italiano “si viene” incontro in momenti di particolare crisi come guerre, catastrofi, terremoti ed altro. Sono una tassa che lo Stato pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo. E i cittadini pagano le accise su beni che siamo tutti “costretti” ad acquistare, quindi da esse non si scappa. La storia italiana è piena di momenti in cui il legislatore ha fatto spesso ricorso alle accise per fronteggiare disastri naturali e altre situazioni di emergenza, solo che nel caso delle nostre ed in molte circostanze quei disastro i frangenti sono storia, non più cronaca.

Il vantaggio di un’imposta “pronta cassa”

Con le accise lo stato ha un gettito immediato, una “pronta cassa” ed un settore su cui fare calcoli è facile: su carburanti, energia elettrica e tabacchi consumati fare un calcolo è facile. E l’accisa di applica al consumo o subito dopo, mai con tempi lunghi. Le accise attualmente in vigore si applicano su: oli minerali e loro derivati (benzina, gasolio, gpl, gas metano). Bevande alcooliche (liquori, grappe, brandy). Fiammiferi. Tabacchi lavorati (sigarette). Energia elettrica ed oli lubrificanti. E le motivazioni “soriche”? Qualche esempio: finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro; poi ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro; oppure ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro.

Pezzi di storia che ancora gravano

Poi ci sono i terremoti, quelli di Belice, Friuli e Irpinia. E le guerre o simili? Ci sono le missioni in Libia e Bosnia. Non mancano i rinnovi contratto delle categorie, gli acquisti green, crisi, decreti ed altro. E quanto pesano sulle tasche? Il valore totale è sempre salito, fino a toccare il massimo storico nel 2014, quando si pagavano 0,73 euro di accisa per ogni litro di carburante. Oggi dovrebbe gravare sul prezzo alla pompa per un totale di 728 centesimi a cui però tocca aggiungere l’Iva per arrivare quindi a oltre 1 euro (1,049) di tassazione su ogni litro di benzina.