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Mamma ad adolescente: "Papà ti ha violentata? Di' alla polizia che non è colpa sua”

abusi

Una ragazzina di quindici anni ha il coragggio di denunciare gli abusi reiterati nel tempo del padre; la madre sapeva ma taceva

Un microfono nascosto negli indumenti di una adolescente di 15 anni. La tecnica utilizzata dalla polizia per scoprire gli abusi sessuali sulla figlia minorenne. Così, si sente la voce della madre intimare la figlia con queste parole:” Mi raccomando, non raccontare nulla! Non devi mettere tuo padre nei guai…”. Una madre, dunque, che minaccia la figlia di non raccontare nulla delle “cose brutte” che ha fatto il padre su di lei.

L’adolescente abusata

La piccola donna, residente nel ponente genovese, racconta a scuola circa gli abusi perpetuati per anni. Ciò che ha permesso finalmente la confessione della ragazza è proprio grazie un’insegnante qualificata della scuola, che ha il compito di sensibilizzare all’argomento violenza sui minori.

Violenze che spesso e volentieri, proprio per la vergogna dell’abuso familiare, vengono taciute.

Una vergogna, quindi, perpetuata tra le mura domestica e diventata per questo vero e proprio incubo per la vittima di abusi.

La ragazza, per l’appunto racconta episodi talmente gravi che, dalla voce recepita dalla polizia nelle registrazioni, fa scaturire tutto il suo terrore dicendo: “Mio padre ha più volte abusato di me quando mamma era assente per andare al lavoro”.

Così, il caso viene segnalato agli assistenti sociali del Comune mettendo in moto le forze dell’ordine.

Scattano immediatamente le indagini del caso capeggiate dal dirigente Marco Calì. Il caso viene quindi affidato dalla sezione specializzata nei reati di natura violenta perpetuati nel nucleo familiare.

Al ché arriva la registrazione per avere delle prove sicure per dimostrare la violenza domestica. Ebbene come da prassi, all’incontro con microfono indosso alla ragazzina, c’è la presenza della madre che permette dalle parole raccolte una vera e propria denuncia nei confronti del marito. Ossia, il padre della piccola donna che viene arrestato dalla squadra mobile.

Conseguentemente la polizia denuncia la donna alla Procura dell repubblica per favoreggiamento. Così, la sua posizione è al vaglio del Pm.

Giuseppe Longo, il pubblico ministero nonché titolare del fascicolo, emette un provvedimento di fermo nei confronti del padre della quindicenne. Si tratta di un muratore originario dell’Ecuador, 42 enne con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minore. Nei guai naturalmente anche la madre che oltre ad aver avuto un comportamento omertoso, per una reato così grave, ha visibilmente ostacolato le indagini. E, soprattutto, la giusta testimonianza della figlia.

Abusi in famiglia

In Italia i casi di abuso sessuale e pedofilia denunciati all’autorità giudiziaria, secondo i dati Istat, sono stati migliaia circa nel 2017.
Nel mondo, 57mila casi di abuso sessuale di minori online, immagini nude, filmati, prodotti con ricatto o con la forza fisica, per lo più immagini fatte o vendute dagli stessi genitori o dai membri della famiglia. Si può ragionevolmente pensare che i casi effettivi siano almeno cinque volte tante. Sono numeri straordinari ma non per questo irreali. E dietro queste grandi cifre si nascondono vite alla deriva per sempre. Il danno più grave che avviene proprio con l’abuso online che possono avere ripercussioni gravi nella vita di un minore con casi oltremodo di bullismo. Quanta gente naviga su internet? Quanta può trovare una foto del soggetto vittima di pedopornografia e diffondere la foto in rete? Statisticamente resta il fatto che molti casi di pedofilia rientrano entro le mura domestiche. I bambini dovrebbero fare i bambini ma, diventano mera merce di scambio per molte frustrazioni sessuali, affettive-mentali dell’intero nucleo familiare.