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"Aiuto, non respiro". Chiama l'ambulanza e sbeffeggia i sanitari: "Avete un cacciavite?"

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Dopo il caso Rimini, ne spunta uno simile a Bari. Chiamano il 118 ma è uno scherzo incivile e di cattivo gusto.

“Pronto? Aiuto, non riesco a respirare, venite subito!”. L’SOS è arrivato al centralino della Sala Operativa del 118. A chiamare sono due uomini. La telefonata parte dal quartiere San Paolo a Bari. Quando però i soccorritori giungono sul posto, si scopre che è tutto uno scherzo, con i due che ridono e sbeffeggiano i sanitari: “Avete un cacciavite?”.

Puglia, chiamano l’ambulanza: “Non riesco a respirare, venite subito”. Ma è uno scherzo

Dopo il caro Rimini, ne spunta un altro a Bari. Siamo in Puglia. Anche qui, come sulla riviera Romagnola, la centrale operativa del 118 è in fibrillazione in questi giorni di caldo estremo, con la popolazione che raddoppia per la presenza di turisti in spiaggia e di frequenti e prevedibili malori.

Due uomini contattano il 118 e chiedono aiuto. “Non riesco a respirare, venite subito!”. L’operatore chiede conferma del luogo dell’evento e manda un equipaggio per soccorrere il paziente.

Sbeffeggiati i sanitari: Avete un cacciavite?

Quando i soccorritori giungono sul posto, appare subito chiaro che i due sono in ottime condizioni di salute. Secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa locale avrebbero persino riso, chiedendo ai sanitari un cacciavite per riparare una sdraio rotta.

Grasse risate a fronte dell’evidenza di un possibile reato penalmente perseguibile (articolo 660 codice penale).

“Chiamare l’ambulanza per futili motivi è un atto di profonda inciviltà ed è un reato”, ricordano i sanitari dopo quanto accaduto in Romagna. “Non ci stancheremo mai di ripeterlo – sottolineano – le ambulanze non sono taxi, non trasportano merci. Il 118 deve essere chiamato solo in caso di reale necessità, perché il nostro lavoro consiste nel prenderci cura di persone che rischiano la vita. Chiamare l’ambulanza per gioco, significa giocare con la vita di un altro essere umano”.