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Alessandro Impagnatiello, sguardo da latin lover e doppia vita: "Sembrava il papà perfetto"

Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello è stato descritto come un latin lover, insospettabile, un bravo papà e un bravo ragazzo. Ma aveva una doppia vita.

Alessandro Impagnatiello aveva una doppia vita. Con il suo sguardo da latin lover, è stato descritto come un bravo ragazzo e un papà perfetto. Nessuno si sarebbe aspettato che potesse commettere un omicidio.

Alessandro Impagnatiello, latin lover dalla doppia vita: “Sembrava il papà perfetto”

Alessandro Impagnatiello, 30enne che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, viene descritto come “una faccia d’angelo“, “bellissimo” e “gentile“. Nel piccolo comune di Senago, dove la coppia viveva, ne parlano tutti come di “un bravo ragazzo“, decisamente “insospettabile“, e come di un “papà perfetto“. Aveva un bel lavoro in centro, in un albergo di lusso, era circondato da amici e ha già un figlio alle elementari, avuto da una relazione precedente. Stava costruendo un’altra famiglia con Giulia. Il bimbo che aspettavano era il secondogenito per lui. Nessuno in paese avrebbe mai immaginato cosa si nascondeva dietro quello sguardo da latin lover, di uno che “sapeva conquistare le donne“.

La doppia vita di Alessandro Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello aveva una doppia vita, un’amante che non sapeva di esserlo. Tanti segreti, inganni, bugie, che si sono intrecciati al punto da finire in questo tragico epilogo. Quando tutto è venuto a galla le due donne si sono incontrate e hanno manifestato una grande solidarietà tra di loro. Ma Giulia e il piccolo Thiago hanno perso la vita a causa della furia omicida dell’uomo che avrebbe dovuto amarli. La coppia abitava in via Novella, a Senago, e ogni giorno l’uomo salutava la compagna e il loro gatto e si dirigeva a Milano per lavorare. Lavorava come barman nel lussuoso Armani Bamboo Hotel di via Manzoni. Proprio in questo luogo aveva conosciuto l’affascinante 23enne italo-inglese che era diventata inconsapevolmente l’altra donna. Il 30enne ha trascinato avanti le due relazioni per mesi, finendo per aspettare un figlio da entrambe le donne. La più giovane ha abortito, Giulia no, era entusiasta di quella nuova vita che cresceva dentro di lei.

Alessandro Impagnatiello ha denunciato la scomparsa della donna domenica pomeriggio. Si è presentato dai carabinieri con aria angosciata e sconvolta, spiegando che la sua compagna era sparita. Si è rivolto agli amici, ha mentito a tutti, ha inviato foto, chiesto conforto, come se desiderasse ritrovare la sua fidanzata. L’ennesima farsa a cui hanno creduto tutti. Mentre teneva nascosto il cadavere, cercando di capire come sbarazzarsene, ha chiamato l’ex fidanzata per chiedere di vedere suo figlio.

Alessandro Impagnatiello e le sue bugie

Alcune ore prima che il corpo di Giulia venisse ritrovato in un box in via Monte Rosa, a pochi centinaia di metri dal loro appartamento, Alessandro si è presentato nella casa di via Novella, mentre risultava già indagato. Il 30enne è arrivato a bordo del suo suv, con un cappellino e un cappuccio calati sul volto per non farsi vedere. Erano proprio quelli i momenti cruciali delle indagini. Gli investigatori stavano ricostruendo l’omicidio, passo dopo passo. Poco dopo ha confessato tutto, tentando di giustificarsi anche mentre ammetteva tutto quello che aveva fatto. Ha continuato a mentire. Ha raccontato che Giulia era in preda al dolore, che si stava procurando dei tagli da sola con un coltello da cucina, e che l’omicidio era un modo “per non farla soffrire”. L’ennesima bugia, come ricostruito dalle indagini, dalle quali è emersa anche la premeditazione. Anche quando la verità è emersa, Alessandro Impagnatiello ha continuato a cercare di mantenere i suoi segreti.