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Alessia Pifferi, minacce di morte all’avvocata: “Nessuna solidarietà con il delitto”

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La terribile vicenda di Alessia Pifferi e il difficile concetto del diritto alla difesa quando un crimine è efferato: minacce di morte all’avvocata

Sul terribile caso di Alessia Pifferi arrivano le minacce di morte all’avvocata della donna di Milano che ha lasciato morire di stenti sua figlia, la piccola Diana, abbandonandola per sei giorni in casa: “Nessuna solidarietà con il delitto”. In una intervista a Fanpage si delinea lo scenario della mission di garanzia di Solange Marchignoli che finisce nel mirini degli haters. Il dato è che Alessia Pifferi ha diritto ad una difesa e che molti haters ignorano questo diritto e si “sfogano” con il legale della 36enne indagata.

Alessia Pifferi, minacce di morte all’avvocata

Solange Marchignoli difende Pifferi insieme al collega Luca D’Auria. Ha detto Marchignoli: “Gli haters non riflettono sul fatto che in Italia la difesa penale è obbligatoria“. E ancora: “Con riferimento agli insulti rivolti contro la mia persona intendo puntualizzare un concetto che affiora tante volte e cioè la domanda tipica che viene rivolta ad avvocato penalista: come fai a difendere quel ‘mostro’? Io conosco la mia etica e posso confermare che non provo nessuna solidarietà con il delitto. Mai”. E ancora: “Ricerco la perfezione del ragionamento giuridico e ‘vincere’ i processi è lo scopo di tutti i penalisti, a prescindere dal crimine contestato. Chi mi conosce lo sa bene”.

“Un processo penale è una bellissima sfida”

Poi precisa: “Ogni giorno sono chiamata a difendere persone che hanno commesso reati, anche i più gravi e inaccettabili per la società. Un processo penale è una bellissima sfida giuridica e intellettuale. Una partita a scacchi ad altissimo livello fra difesa e Procura della Repubblica”. Poi la chiosa: “Gli haters non riflettono sul fatto che in Italia la difesa penale è obbligatoria, e cioè a dire che quando una persona riveste la qualifica di imputato necessita di un avvocato per interfacciarsi con l’Autorità Giudiziaria. In altre parole, non può difendersi da solo”.