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Attacchi alle ambasciate italiane a Barcellona e Berlino: la pista anarchica

Sedi diplomatiche

L'Intelligence ammette l'ipotesi che esistano collegamenti tra gli attacchi alle ambasciate italiane in Europa e un gruppo di anarchici in mobilitazione

La polizia di Barcellona ha identificato tramite le telecamere di sicurezza i cinque responsabili dell’attacco al consolato generale italiano a Barcellona, di cui sono state imbrattate con diverse scritte le pareti esterne all’ingresso e danneggiate le vetrate del portone principale. I cinque sono stati fermati e poi rilasciati. La Farnesina spiega che «le locali forze di polizia hanno effettuato i necessari rilievi scientifici e investigativi. In ambedue i casi, fortunatamente, non si registrano danni a persone».

I dati ufficiali dalla Farnesina

Dando comunicazione anche della vicenda analoga accaduta nella sede diplomatica italiana di Berlino, colpita a anch’essa da atti vandalici, il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ha comunicato in una nota che «nella serata di ieri ignoti hanno infranto la vetrata del palazzo dove è ubicato il Consolato Generale a Barcellona, imbrattando una parete dell’ingresso dell’edificio. […] A Berlino è stata incendiata l’auto con targa diplomatica di un funzionario in servizio all’Ambasciata d’Italia».

L’ipotesi della pista anarchica

Stando alle comunicazioni dell’Ansa, nei giorni scorsi gli addetti alla sicurezza dell’ambasciata italiana a Berlino avevano richiesto alla polizia locale un aumento delle misure di vigilanza dei locali della sede diplomatica. L’Intelligence sta lavorando, al momento, sull’ipotesi che esista un collegamento con i gruppi di matrice anarchica mobilitati in questa settimana per la solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41-bis che sta facendo lo sciopero della fame.