Argomenti trattati
Un grave attentato ha colpito Gerusalemme nord, all’altezza di Ramot Junction: due terroristi, saliti su un autobus della linea 62, hanno aperto il fuoco uccidendo cinque persone e ferendone undici, di cui sette in condizioni critiche.
Grave attentato a Gerusalemme: cinque persone rimaste uccise
Le vittime sono un uomo di 60 anni, tre di 30 e una donna di 50.
I due attentatori, residenti in Cisgiordania senza documenti, sono stati uccisi da un soldato e da un giovane haredi armato. La polizia ha confermato: “Un agente di sicurezza e un civile che erano presenti sulla scena hanno sparato ai terroristi, che sono stati neutralizzati”. Secondo i paramedici del Magen David Adom, la scena era drammatica: “Abbiamo visto persone prive di sensi ai lati della strada e molta distruzione, vetri rotti a terra e confusione. Abbiamo iniziato a fornire cure mediche ai feriti e continuiamo a trasportarli in ospedale”. L’attacco ha suscitato immediate reazioni internazionali.
Da Berlino: “Vile attacco terroristico”
Da Berlino il ministro degli Esteri Johann Wadephul si è detto “profondamente scioccato” e ha definito la sparatoria un “vile attacco terroristico“. Hamas, pur non avendo rivendicato l’azione, ha elogiato quanto accaduto definendolo un’“operazione eroica” e una “risposta naturale ai crimini dell’occupazione e alla guerra di sterminio”. Il movimento ha anche invitato i palestinesi della Cisgiordania a “intensificare il confronto con l’occupazione e i suoi coloni”. Le forze israeliane hanno subito circondato diversi villaggi nei pressi di Ramallah, da cui provenivano gli attentatori. Intanto il premier Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione d’emergenza con i vertici della sicurezza. L’attacco si inserisce in un quadro di forte tensione regionale.
Una “retorica genocida”
L’Onu ha accusato Israele di alimentare “una retorica genocida“ contro Gaza, mentre l’Unrwa denuncia la “tacita complicità della comunità internazionale”. Sul fronte diplomatico, si discute di una nuova proposta di pace avanzata dal presidente statunitense Donald Trump: rilascio dei 48 ostaggi israeliani in cambio di un cessate il fuoco e della fine dell’operazione su Gaza City. In cambio, Israele dovrebbe liberare fino a 3.000 prigionieri palestinesi, inclusi detenuti condannati per terrorismo.
Le parole di Donald Trump
Trump ha dichiarato: “Ci sarà un accordo a Gaza molto presto. Penso che riusciremo a riportare tutti gli ostaggi indietro”. Hamas ha fatto sapere di essere pronta a sedersi “immediatamente” al tavolo dei negoziati. Anche le famiglie degli ostaggi hanno espresso “cauto ottimismo”, definendo la proposta “un’opportunità per una vera svolta”. Nonostante gli spiragli diplomatici, la tensione resta altissima. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha avvertito: “Liberate gli ostaggi e deponete le armi, altrimenti Gaza sarà distrutta e voi sarete annientati”.